Pubblicato nome vittima stupro Palermo, ordine giornalisti: “Gravissima violazione”. Torna in carcere anche il settimo indagato

Ha compiuto 18 anni il 27 luglio il più giovane del branco, ancora minorenne al momento dello stupro del 7 luglio. Assegnato in comunità dal giudice dopo essersi detto pentito dell’accaduto, ha poi condiviso sui social contenuti in cui se ne vantava. I carabinieri l’hanno tradotto in carcere.

L’Esecutivo del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti preso atto che su un quotidiano online è stato reso noto il nome della ragazza vittima dello stupro di gruppo a Palermo, compiendo da parte del quotidiano una gravissima violazione della deontologia professionale, ha reso noto che deferirà al consiglio di disciplina della Lombardia il direttore della testata. L’esecutivo ricorda inoltre che la diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali ha risvolti penali.

Il nome della ragazza vittima di stupro lo scorso 7 luglio nei pressi del Foro Italico a Palermo era stato pubblicato da un giornale online lo scorso 24 agosto, in un articolo che dava la notizia del trasferimento in carcere anche di Riccardo Parrinello, all’epoca non ancora maggiorenne, unico non detenuto dei sette ragazzi arrestati perché indagati come autori della violenza di gruppo. Gli altri sei sono stati recentemente trasferiti d’urgenza dal carcere palermitano di Pagliarelli, dopo le continue intimidazioni da parte degli altri detenuti. Non si conoscono le destinazioni. Il neo-maggiorenne è stato prelevato dai carabinieri dalla comunità cui era stato assegnato e lo hanno riportato al carcere Malaspina di Palermo. Il giudice lo ha deciso dopo avere preso visione di una serie di contenuti diffusi da Parrinello via social. Gli inquirenti, inoltre, sarebbero in possesso di due video che documenterebbero integralmente come sarebbe avvenuta la violenza da parte del branco.

Durissima la reazione dell’ordine dei giornalisti, che ha condannato “la brutalità della violenza, efferata e barbara, lo scherno e il disprezzo per la vittima nelle parole degli autori e nelle immagini circolate, un video che è ancora su Telegram e che alcune migliaia di persone hanno cercato di accaparrarsi. Lo stupro di gruppo di Palermo è oggetto, da giorni, di una narrazione superficiale e tossica, spesso giustificativa dei sette ragazzi, nella assurda ricerca di alibi che facciano ricadere, in qualche modo, la responsabilità anche sulla giovane”.
Le Commissioni Pari Opportunità di CNOG, FNSI, Usigrai e l’associazione Giulia Giornaliste, nel ricordare i principi contenuti nel Manifesto di Venezia e nell’articolo 5 bis del testo unico deontologico, denunciano la gravità del contenuto dell’articolo pubblicato su un quotidiano online – “Stupro Palermo, torna in carcere Riccardo Parrinello” del 24 agosto 2023, in cui sono riportati il nome e il cognome della ragazza violentata.
Una scelta che rappresenta una violazione di gravità assoluta, sottolineata anche dal Garante della Privacy, che è stato informato di questo nuovo episodio, che comporta conseguenze, di carattere sanzionatorio, perché la diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali ha risvolti penali.
Le Cpo Fnsi, Odg, Usigrai e Giulia Giornaliste presenteranno un esposto all’Ordine regionale di competenza (Lombardia) nei confronti del direttore responsabile della testata, per aver autorizzato la pubblicazione di elementi che permettono l’identificazione di chi ha subito lo stupro, esponendo la giovane donna, vittima una seconda volta, a un gogna mediatica attraverso la diffusione di elementi, per prime proprio le generalità.


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