Palermo candidata sede Autorità europea antiriciclaggio insieme a Roma, Torino e Venezia, soddisfazione di Lagalla, Varchi e Forzinetti

La collocazione a Palermo dell’Autorità Europea Antiriclaggio (AML-Anti Money Laudering Autorithy) avrebbe un forte valore simbolico anche per le tante vittime che hanno sacrificato la loro vita nel perseguimento della lotta alla mafia e nell’inseguire i capitali frutto di traffici.

La Regione Siciliana e il Comune di Palermo sono pronti ad accogliere l’Autorità europea per la lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo, di prossima istituzione. La sede individuata è il Castello Utveggio di Palermo.

Il governatore dell’Isola Renato Schifani e il sindaco Roberto Lagalla hanno avanzato la proposta al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Nella nota di risposta di Palazzo Chigi, arrivata ieri a firma del sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano, su delega dello stesso premier, vengono richieste ulteriori informazioni specifiche in modo da poter far concorrere Palermo come città candidata per l’Italia, insieme a Roma, Torino e Venezia.

«Esprimo grande soddisfazione – dichiara Roberto Lagalla – e pur nel rispetto di ogni proposta ritengo che Palermo possa aspirare ad esserne la sede più idonea. La scelta della nostra città assumerebbe, poi, un alto valore simbolico e di deterrenza dei reati mafiosi. In particolare di quelli connessi al reinvestimento di risorse illecite, anche per la possibilità di assegnare alla nuova Autorità, senza oneri finanziari a carico dell’Ue, immobili confiscati alla criminalità organizzata. Un segnale di grande importanza è inoltre l’appoggio formale che stanno dando all’iniziativa tutte le istituzioni, fondazioni e associazioni che tengo a ringraziare».

«Questa candidatura è una splendida notizia che si colloca nel solco storico della convenzione di Palermo – dichiara Carolina Varchi, vicesindaco di Palermo con delega alla Legalità -. Ancora una volta la nostra città in prima linea nella lotta a tutte le mafie, siamo al lavoro per accogliere l’Agenzia e, con essa, efficaci ed importantissimi strumenti di lotta alla criminalità organizzata, soprattutto con riferimento ai reati di natura economica. Un obiettivo ambizioso che vede il Comune e la Regione Siciliana impegnate in prima linea. Ringrazio il sottosegretario Mantovano e il presidente del Consiglio per l’attenzione prestata anche alla nostra candidatura. Siamo al lavoro per offrire tutte le garanzie dovute e necessarie affinché il Governo possa valutare la candidatura dell’Italia e, più in particolare, della città di Palermo».

«Nell’evoluzione della legislazione antiriciclaggio un ruolo centrale ha avuto la città di Palermo che ha dato i natali a Pio La Torre, caduto per mano mafiosa per essere stato promotore, con determinazione, della legge più invisa alla mafia, la “Rognoni-La Torre”, che introdusse per la prima volta nel codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili ai capitali illeciti – ha detto l’assessore comunale alle Attività produttive Giuliano Forzinetti -. Grazie al lavoro di grandi magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che collaborarono fattivamente alla formulazione della “Rognoni-La Torre”, l’Italia ha la legislazione antimafia più progredita al mondo anche con riguardo a quella antiriciclaggio. Queste – continua Forzinetti – sono le parole con le quali Falcone, con straordinaria lungimiranza, esortava la politica ad affrontare risolutamente la lotta alla criminalità organizzata sovranazionale: “La via decisiva per combattere la criminalità organizzata presuppone una collaborazione internazionale energica ed efficace e richiede la predisposizione di una legislazione internazionale adeguata”. La collocazione di tale organismo Europeo a Palermo avrebbe un forte valore simbolico anche per le tante vittime che hanno sacrificato la loro vita nel perseguimento della lotta alla mafia e nell’inseguire i capitali frutto di traffici».

La Regione ha già manifestato la propria disponibilità ad ospitare l’Amla nella sede di Castello Utveggio, recentemente ristrutturato dall’amministrazione regionale con un corposo intervento di riqualificazione anche energetica. Il Comune, invece, potrebbe conferire ulteriori spazi d’ufficio e un immobile di pregio storico nel centro della città, esattamente dove nacque e visse Giovanni Falcone.

«Gli uffici della Regione e del Comune stanno già preparando il dossier richiesto dal governo nazionale – evidenzia il presidente Renato Schifani –. Riteniamo che Palermo abbia tutte le carte in regola perché proprio qui, attraverso l’opera e gli insegnamenti di magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nel quadro del contrasto alla criminalità di stampo mafioso, sono state gettate le basi per l’elaborazione della normativa nazionale in materia di antiriciclaggio. Uno strumento imprescindibile di prevenzione e di lotta alla corruzione dalla quale deriva l’inquinamento dell’economia e l’alterazione delle regole di mercato».

Alla proposta di candidatura avanzata a Palazzo Chigi sono allegate una decina di lettere di gradimento da parte di enti pubblici e privati disponibili a contribuire, ciascuno per le proprie competenze, allo sviluppo delle attività dell’Autorità. Si va dall’Università agli Ordini degli avvocati e dei commercialisti, dal Distretto giudiziario della Corte d’Appello alle Fondazioni “Gaetano Costa”, “Giovanni Falcone”, “Rocco Chinnici” “Progetto Legalità”, “Luigi Einaudi” e “Sicilia”, dal Centro studi “Cesare Terranova” al Siracusa international institute for criminal justice and human rights.

Attualmente, nel Mezzogiorno non sono presenti Autorità o articolazioni europee e tutte quelle esistenti hanno sede nell’Italia settentrionale o centrale: Sicurezza alimentare a Parma, Formazione professionale a Torino, Ricerca a Ispra, Istituto universitario a Fiesole, oltre agli Uffici d’ informazione del Parlamento europeo (Roma e Milano), della Bei e della delegazione Ue nella Capitale.

«Confidiamo – concludono Schifani e Lagalla – in un’attenta valutazione della candidatura e nell’accoglimento della proposta, certi comunque che se l’Autorità fosse insediata a Palermo contribuirebbe in modo determinante all’ulteriore sviluppo del nostro territorio, essendo percepita da tutti i cittadini come una concreta attestazione di vicinanza delle istituzioni europee e soprattutto nazionali alla loro voglia di riscatto e di crescita economica culturale e civile».

Palazzo delle Aquile

(Foto: in alto il Castello Utveggio, sul Monte Pellegrino a Palermo; in basso Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo)

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