Caro-energia. Meloni, sì scostamento di bilancio. Cisl a Schifani: subito tavolo di crisi regionale. Sigle imprese e lavoratori si mobilitano a Palermo

Crisi energia in Sicilia, oggi manifestazione a Palermo. Parti sociali lanciano il loro allarme per famiglie e imprese, e si rivolgono al presidente della Regione Schifani.

Dopo la richiesta di un tavolo di crisi per una task force contro l’emergenza emersa venerdì al meeting promosso dalla Cisl a palermo, oggi mobilitazione regionale nel capoluogo siciliano, con chiusura delle attività, di protesta per l’eccessivo rincaro dei costi energetici e delle materie prime. Schifani riceverà i rappresentanti dei promotori alla fine della manifestazione.

Si attende in settimana il decreto aiuti-quater, dopo che il Governo Meloni ha approvato venerdì la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) e contestualmente la relazione al Parlamento ai fini dell’autorizzazione allo scostamento di bilancio.
In vista della prossima legge di bilancio, il governo ha inoltre approvato la Relazione al Parlamento per richiedere l’autorizzazione allo scostamento di bilancio, dove sono fissati gli obiettivi del deficit al 4,5% nel 2023, 3,7% nel 2024 e 3% nel 2025 e in cui si dà conto dell’extra gettito di 9,1 miliardi per il 2022.
Nel corso del Cdm è stato infine dato il via libera a una spending review ministeriale che consentirà di realizzare un risparmio di spesa pari a 800 milioni nel 2023, 1,2 miliardi nel 2024 e 1,5 miliardi nel 2025.
Il “dl Aiuti quater”, previsto alla fine della settimana, impegnerà poco più di 9 miliardi. Metà delle risorse saranno destinati ai crediti di imposta (4,5 miliardi nelle stime del governo Draghi). Un miliardo per il taglio delle accise. 
Altri 4 circa per coprire gli acquisti del gas non russo per gli stoccaggi operati dal Gse (Gestore dei servizi energetici), che non sarà più obbligato a rivenderlo entro il 2022, ma anche successivamente «a prezzi meno penalizzanti per la finanza pubblica».

Caro-energia: semplificazione, autoproduzione, povertà energetica, ecco le priorità emerse dal confronto tra Cisl, Anci, Confapi, Feralberghi regionali contro il rischio “autunno freddo”.

L’allarme dei Comuni. L’angoscia delle imprese. Il disagio sempre più forte delle famiglie. “Serve un tavolo regionale di crisi per una task force contro l’emergenza”. Lo ha detto Sebastiano Cappuccio, segretario Cisl Sicilia al meeting “Ridiamo luce alla Sicilia. Proposte concrete contro il caro energia”, organizzato dal sindacato  venerdì 4 novembre al San Paolo Palace di Palermo. E al quale hanno preso parte Angelo Colombini, segretario confederale nazionale Cisl; Mario Alvano, segretario generale Anci Sicilia; Dhebora Mirabelli, presidente di Confapi Sicilia e Nico Torrisi, presidente di Federalberghi regionale.

Dalla misura del credito di imposta agli incentivi all’autoproduzione di energia; dalla semplificazione dei procedimenti amministrativi all’istituzione di un “fondo per la povertà energetica” e all’accelerazione delle procedure per il decollo delle rinnovabili. Ancora, dall’ampliamento dei beneficiari del bonus energia, che “andrebbe esteso alle famiglie con Isee fino a 30 mila euro” all’accelerazione dell’iter per realizzare i “termovalorizzatori, necessari per estrarre energia dall’indifferenziata non riciclabile né recuperabile”. È un ventaglio d’interventi a tutto campo quello che la Cisl Sicilia ha proposto al meeting di Palermo il 4 novembre: “una serie di proposte avanzate nel solco degli indirizzi fissati dalla Cisl nazionale per un verso dalla Conferenza delle Regioni per un altro”. E lanciata, si legge in una nota, con l’obiettivo di contribuire a portare l’Isola fuori dal tunnel in cui la guerra scatenata dalla Russia ha cacciato il continente, “evitando così il rischio della tempesta perfetta sulle famiglie e le imprese siciliane, tra escalation dei prezzi, aumento dei costi, lievitazione delle tariffe, spirale perversa persino sul fronte dei prodotti alimentari”.

È per questo, con le parole di Cappuccio, che “al neo-governatore Schifani chiediamo di costituire un tavolo di crisi che metta in campo una task force capace di fronteggiare l’emergenza a 360 gradi, andando incontro alle esigenze del commercio, del turismo, del manifatturiero, dell’agroalimentare. Del sistema degli enti locali”. Per questa crisi, ha argomentato il segretario Cisl, “la Sicilia rischia ancora una volta di pagare il prezzo più alto per le condizioni più accentuate in cui versa, di disagio, povertà, difficoltà delle famiglie, criticità del mercato del lavoro”. Pertanto è necessario intervenire tempestivamente, con duttilità e flessibilità. E “noi pensiamo che il modo migliore di farlo sia l’avvio di un confronto strutturato tra istituzioni e parti sociali per una strategia di medio-lungo termine di politica industriale ed energetica che concentri gli sforzi nei prossimi mesi sugli investimenti, a partire da quelli del Pnrr”. Serve puntare sulla riconversione e riqualificazione dei siti produttivi nel segno dell’economia circolare. E serve, ha insistito Cappuccio, investire sulla formazione e l’aggiornamento professionale dei lavoratori.

La Cisl è consapevole che esiste un problema legato alle risorse e al bilancio della Regione. Per questo, ha insistito il segretario, “pensiamo che sia necessaria una ricognizione complessiva dei programmi regionali legati al Fesr, verificando il realizzato e il non speso con l’obiettivo di costituire un fondo per la povertà energetica in grado di affrontare emergenze come quella che stiamo vivendo”. Ancora, ha rimarcato, a Palazzo d’Orleans chiediamo di sollecitare il governo nazionale ad aprire moratorie com’è stato fatto negli anni del Covid, per non scaricare su famiglie e imprese il pesantissimo impatto dell’aumento di bollette e costi: e per “non lasciare economia e società in balia di un “autunno freddo”.

Al governatore “rivolgiamo un invito”, le parole di Cappuccio: “Promuova una tale sinergia realizzando un coordinamento che si sviluppi trasversalmente agli assessorati e faccia leva sulla partecipazione di sindacati, imprese ed enti locali”. “Giudicheremo contenuti e azioni concrete insieme alla disponibilità del governo a misurarsi con noi. Dopo, velocemente, valutato il merito, metteremo in campo tutte le azioni che riterremo opportune per tutelare il mondo del lavoro”.

Alla relazione del segretario Cappuccio è seguito il confronto tra le diverse voci. Per Colombini sono tre le priorità che il governo Meloni deve mettere in conto in occasione del varo del decreto-aiuti quater e con l’occhio alla transizione energetica che durerà ancora 10-15 anni e durante la quale non potremo rinunciare al gas: “diversificare gli approvvigionamenti, utilizzare le fonti di gas italiano, investire sulle rinnovabili tagliando le procedure autorizzative e non assecondando i comitati del no, che bloccano puntualmente ogni cosa”. La Sicilia, “ha l’acqua per l’idrogeno, il vento per l’eolico, il sole per il fotovoltaico e il solare. Deve puntare sulle rinnovabili investendo e ammodernando le reti di trasmissione”.

Alvano, segretario generale dell’ Anci Sicilia, ha lanciato l’allarme “perché il raddoppio dei costi energetici ha un impatto devastante sui Comuni, che non hanno strumenti nell’immediato per farvi fronte”. La conseguenza è il rischio del taglio di servizi fondamentali: dall’illuminazione pubblica agli impianti sportivi a tutti i servizi che si reggono sul consumo di acqua. L’aumento del costo della luce è destinato infatti a riverberarsi sempre più sulle tariffe dell’acqua. Un’ancora di salvezza per i Comuni, ha sottolineato, deve essere l’efficientamento: “dall’impiego di luci Led alla chiusura del ciclo dei rifiuti, che può però essere tale solo col recupero energetico dagli scarti”. Per tutto questo, ha aggiunto, “condividiamo pienamente la proposta Cisl di una task force che metta assieme potenzialità dei territori e contributi regionali”.

Federalberghi e Confapi hanno portato la voce del mondo delle imprese. Un grido di dolore che si è manifestato plasticamente nell’esibizione della bolletta arrivata a un piccolo hotel per il solo mese di agosto: 96.503 euro. “Noi non facciamo narcotraffico”, ha commentato laconicamente, denunciando che “di fronte a una tale emergenza le strutture del lusso possono riposizionarsi. Ma i piccoli e medi alberghi vanno sottocosto e finiscono col chiudere”. Mirabelli ha sottolineato che la minaccia dei costi stellari dell’energia non si è esaurita. Semmai, i periodi bui devono ancora arrivare. “Al momento – ha detto – abbiamo temperature miti ma da qui a tre-quattro mesi c’è il rischio di un’ulteriore lievitazione anche a causa delle manovre speculative sul presso del gas, sempre in atto alla borsa europea di Amsterdam”. La presidente di Confapi ha osservato che per la transizione ecologica ci vogliono anni. Nel frattempo però “non si può fare una guerra di religione della cosiddetta tassazione green che pesa sui bilanci delle imprese”.

“Diamo luce alla Sicilia. Stop al caro energia” è il claim della manifestazione organizzata la mattina del 7 novembre a Palermo. In corteo imprenditori, lavoratori e anche le famiglie, da piazza Croci sino in piazza Verdi, dinanzi al Teatro Massimo.

La mobilitazione è stata promossa da numerose associazioni regionali datoriali di categoria e sindacali dei lavoratori – tra cui Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Confartigianato, Cna, Cia, Confagricoltura, Cgil, Uil – che hanno formulato una piattaforma rivendicativa contro il “Caro Energia” da rassegnare al presidente della Regione Schifani, affinché se ne faccia tramite nei confronti del Governo nazionale.

Mobilitazione contro caro-energia Piazza Massimo Palermo
Un’immagine della manifestazione contro il caro-energia in Piazza Massimo Palermo

Ecco i punti dei provvedimenti richiesti contro caro-bollette e inflazione, che stanno impoverendo sempre di più i lavoratori, i pensionati, le famiglie, riducendo il potere d’acquisto e i consumi e facendo crescere dunque il disagio sociale:
1) Applicazione immediata e reale di un tetto al prezzo dell’energia;
2) Moratoria di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi per le rate delle bollette in scadenza entro il 31/12/2023;
3) Ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a giugno 2023;
4) Incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 30% al 50% e l’introduzione di un meccanismo finalizzato allo slittamento del termine per l’utilizzo dello stesso credito d’imposta legato all’energia, ma anche al gas(ex art.1 DL 144 del 23/9/2022 co.1-4);
5) Finanziamenti a tasso agevolato alle imprese per fare fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica;
6) Promozione, anche attraverso l’introduzione di uno specifico credito di imposta del 50%, impianti fotovoltaici per autoconsumo delle Pmi utilizzando le superfici dei capannoni e prevedendo semplificazioni nelle relative autorizzazioni e nelle fasi di connessione alla rete;
7) Sospensione dei distacchi per morosità;
8) Ristoro per le PMI utilizzando le risorse regionali disponibili sull’attuale programmazione per creare nuova liquidità atta a compensare il peso del costo energetico già sostenuto;
9) Azzeramento degli oneri generali di sistema almeno per il primo semestre 2023 e, a regime, la riforma strutturale della bolletta attraverso la traslazione, anche parziale, degli oneri generali di sistema sulla fiscalità generale e la previsione della redistribuzione del carico contributivo al sistema degli oneri tra le diverse categorie di utenti sulla base degli effettivi livelli di consumo;
10) Prelievo di solidarietà sugli extra-profitti – per tutta la durata dell’emergenza – delle imprese di vendita di energia ai fini dell’abbattimento delle bollette delle Pmi e rafforzamento dell’attività di verifica di eventuali speculazioni su forniture di energia erogata;
11) Riforma del mercato elettrico e del gas con l’obiettivo di favorire meccanismi più efficienti e meno onerosi nella formazione del prezzo;
12) Stabilizzazione delle agevolazioni relative agli ecobonus nel prossimo quinquennio in modo da implementare la produzione da fonti totalmente rinnovabili;
13) Aumento del valore dei bonus energetici e allargamento della platea dei beneficiari attraverso l’innalzamento del tetto Isee;
14) Promozione e sviluppo delle Comunità Energetiche;
15) Credito d’imposta per tutto il 2022 e il primo semestre 2023 per l’acquisto del carburante agricolo;
16) Un adeguato e immediato programma di promozione per l’ortofrutta che ha subito notevoli cali di vendita.

 

 

Dario Fidora

Direttore responsabile