Stop alle morti in carcere, sit-in organizzato a Palermo dall’associazione Antigone Sicilia

Un sit-in organizzato davanti il Tribunale di Palermo dall’associazione Antigone Sicilia, osservatorio per i diritti e le garanzie nel sistema penale, per protestare contro le morti in carcere e chiedere l’intervento delle istituzioni.

Un fenomeno che dal 2000 ad oggi conta a livello nazionale 1240 morti per suicidio e 3500 morti per altre cause.

All’evento, tenuto ieri davanti il tribunale di Palermo, hanno partecipato, tra gli altri,  la madre di Samuele Bua e il padre di Roberto Pasquale Vitale, i cui figli sono morti suicidi nel carcere Pagliarelli, e la madre di Francesco Paolo Chiofalo, l’uomo detenuto sempre nel penitenziario palermitano e deceduto per cause da accertare.

“È inaccettabile – spiega Pino Apprendi dell’Osservatorio – assistere al continuo stillicidio di detenuti che decidono di togliersi la vita o che muoiono in circostanze poco chiare. Si tratta nella stragrande maggioranza dei casi di giovani tra i 20 e i 40, detenuti per reati lievi e in condizioni di fragilità psicofisica. Quest’ultimi, in particolare, si trovano spesso in carcere solo temporaneamente, perché in attesa che il giudice valuti la loro condizione di salute. In questo lasso di tempo, tuttavia, alcuni di loro non reggono all’inferno della prigione e decidono di togliersi la vita”.
Al sit-in, organizzato dall’associazione che da sempre, in campo nazionale, si è battuta per i diritti e le garanzie del sistema penale, hanno partecipato, tra gli altri, la madre di Samuele Bua e il padre di Roberto Pasquale Vitale, i cui figli sono morti suicidi nel carcere Pagliarelli di Palermo, e la madre di Francesco Paolo Chiofalo, l’uomo detenuto sempre nel penitenziario palermitano e deceduto per cause da accertare.