Grandi elettori Sicilia. Musumeci arriva terzo, beffato dalla sua maggioranza
«Prendo atto dell’esito del voto espresso dall’Aula», ha commentato Musumeci. «Adotterò le decisioni che riterrò più giuste». Dopo l’annuncio video dell’azzeramento della sua Giunta di governo, si attende un rimpasto. Forse.
I tre delegati che rappresenteranno la Sicilia all’elezione del prossimo presidente della Repubblica sono il presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Micciché (che ha ottenuto 44 voti), l’esponente dell’opposizione Nuccio Di Paola (M5s, con 32 voti) e il presidente della Regione, Nello Musumeci (con 29 voti).
Il segretario siciliano del Pd, Anthony Barbagallo, ha commentato: “È la prima volta che un presidente della Regione riceve meno voti di un candidato dell’opposizione”.
Musumeci riferendosi a chi non lo ha votato: “Disertori, ricattatori che operano con la complicità del voto segreto”
«Non posso non prendere atto dell’esito del voto espresso dall’Aula e del suo significato politico», ha commentato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. «Se qualche deputato – vile e pavido – si fosse illuso, con la complicità del voto segreto, di aver fatto un dispetto alla mia persona, si dovrà ricredere. Perché il voto di questo pomeriggio – per la gravità del contesto generale – costituisce solo una offesa alle Istituzioni regionali, a prescindere da chi le rappresenta. Nella consapevolezza di avere ottenuto la fiducia del popolo siciliano, adotterò le decisioni che riterrò più giuste e le renderò note entro le prossime ventiquattr’ore».
Fava sulle reazioni al voto del 12 gennaio sui grandi elettori: “La Sicilia ha necessità di un governo autorevole. Musumeci si dimetta”
«A prescindere dalle decisioni che il Presidente prenderà nelle prossime ore, il voto di stasera certifica che Musumeci non ha più alcuna maggioranza. Ne prenda atto, quantomeno per salvaguardare la dignità della funzione che ». Era quanto dichiarato ieri Claudio Fava, presidente della Commissione Regionale Antimafia. «Nei prossimi mesi, per le scelte che la attendono, la Sicilia avrà bisogno di un governo autorevole, legittimato da una solida maggioranza. È chiaro che quel governo non potrà essere guidato da Musumeci. Le sue dimissioni rappresenterebbero oggi un atto di decenza e di rispetto per le sorti della Sicilia».
Oggi il commento dopo l’annuncio video di Musumeci sul ritiro della delega a tutti gli assessori del suo governo: «Crisi regionale, farsa un tre atti. Atto primo: “Mi dimetto!!”. Atto secondo: “Non mi dimetto ma azzero la giunta!”. Atto terzo: “Non è successo niente, prendiamoci un caffè…”».
Di Paola: il governo di fatto sfiduciato, con il presidente Musumeci che ottiene il minor numero di preferenze all’Ars
«Il risultato del voto conferma per l’ennesima volta che il governo Musumeci non ha più una maggioranza all’Ars ed è al capolinea. Al contempo, il voto fa emergere un fronte dell’opposizione maturo e compatto, che va ben oltre i numeri attesi superando le preferenze del presidente della Regione. Sono buone premesse per mettere insieme forze politiche capaci di affrontare le prossime sfide della Sicilia.» È il commento di Nuccio Di Paola, capogruppo del M5S all’Ars. “La decisione di posticipare l’azzeramento della giunta, che poi probabilmente sarà un rimpasto, non fa altro che confermare che Musumeci è succube di quei partiti che lo hanno umiliato in aula e che da tempo ormai lo hanno abbandonato. E questa non è certo una buona notizia per siciliani che attendono soluzioni a veri problemi e non certo ridicole dispute sulle poltrone”.
Musumeci: “Deputati che mi hanno fatto richieste irricevibili o altri con cui per una questione di igiene non ho voluto avere rapporti in questi quattro anni”. Parlamentari FI sconcertati
«Sono sconcertato dalle parole del presidente Musumeci, durante e dopo i lavori d’aula. Chi parla è un deputato che è sempre stato leale, con il voto di oggi compreso, verso i siciliani e con la coalizione di maggioranza», afferma il deputato regionale di Forza Italia, Michele Mancuso. «Gli aggettivi come “pavido e vile” non sono consoni all’istituzione che si rappresenta. Se i mesi che ci aspettano, da qui alla fine della Legislatura saranno quelli prospettati da Musumeci, forse è meglio che si dimetta per andare subito al voto. Lo dico con cognizione di causa, perché non risolve nulla azzerando – in parte – la Giunta. L’unico modo per scongiurare l’inevitabile è un azzeramento degli atteggiamenti di sfida, di chiusura e di supponenza. Serve il dialogo, quello costruttivo, che porta risultati».
«Non mi sento una disertrice o peggio vile perché non ho espresso la preferenza per Musumeci durante l’elezione in Aula dei Grandi elettori», afferma la deputata di Forza Italia all’Ars, Daniela Ternullo. «Non è notizia celata da mistero il mio esclusivo voto per il presidente Miccichè. Ho votato con coscienza, in modo secco e ritengo le parole di Musumeci profondamente offensive. Per quanto mi riguarda invito la Procura ad indagare sulle proposte irricevibili o intimidatorie che la sottoscritta avrebbe formulato al presidente della Regione. Non penso che ai siciliani interessi chi vada in Parlamento a Roma per l’elezione del Presidente della Repubblica».
Lo Giudice (Sicilia Vera): “Da Musumeci offese al Parlamento. Prenda atto di non essere gradito e si dimetta”
«Le parole pronunciate ieri sera dal presidente Musumeci sono oltremodo offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano». Lo ha dichiarato Danilo Lo Giudice, deputato regionale di Sicilia Vera e presidente del gruppo Misto all’ARS.
«Il Presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni. Dispiace che in un momento così delicato di pandemia e con i contagi alle stelle, il Presidente della Regione invece di offrire soluzioni ci costringa a discutere di tematiche che sono ben lontane dagli interessi della Sicilia e dei Siciliani.
Poiché non faccio parte della maggioranza, non credo che il presidente Musumeci annoverasse il sottoscritto tra coloro che potevano designarlo quale grande elettore per la Sicilia; tale scelta non è determinata da questioni che hanno a che fare con la logica del “chi c’è pi mia” perché il sottoscritto non ha mai chiesto nulla dei sottoboschi governativi, dove di certo risiedono figure ben vicine allo stesso Presidente.
Musumeci abbia il coraggio di fare nomi e cognomi, di dire quali sono state queste “richieste irricevibili” e, se è il caso, si rivolga agli organi competenti».
(Nella foto: Gianfranco Miccichè, Nuccio Di Paola, Nello Musumeci , eletti “grandi elettori” dal Parlamento siciliano per participare all’elezione del Presidente della Repubblica i cui lavori cominceranno il 24 gennaio prossimo)