Piano contro zona arancione, Fontana (Lombardia): “Non contiamo i positivi asintomatici”. Bollettino settimanale per diminuire allarme contagi
Otto territori sono a rischio zona arancione, il governatore Fontana propone l’adozione di un criterio diverso di computo dei contagi per evitarlo.
Sono attualmente in zona gialla 15 territori, tra regioni e province autonome: Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, PA Bolzano, PA Trento, Piemonte, Sicilia, Toscana, Valle Aosta, Veneto.
Le regioni che rischiano il passaggio di zona e dunque l’introduzione di nuove restrizioni sono Piemonte, Calabria, Liguria, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto, Lombardia e Lazio.
In un’intervista a La Stampa, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, in considerazione che la variante Omicron è una cosa completamente nuova, con caratteristiche infettive diverse dal “vecchio” Covid, propone di cambiare strategia nella conta dei ricoveri non inserendo nell’elenco chi è positivo ma asintomatico e si trova in ospedale per altre patologie. La percentuale di posti in degenza ordinaria effettivamente occupati da malati Covid scenderebbe così sotto la soglia e si allontanerebbe il rischio del passaggio di zona.
Altra novità è la proposta dell’infettivologo Donato Greco (Comitato tecnico scientifico) che il bollettino quotidiano dei contagi diventi settimanale. In questo modo si eviterebbe il continuo stato di allarme nella popolazione, che creerebbe apprensione di nessuna utilità. L’idea era stata lanciata da Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive del San Martino di Genova, ed è stata condivisa anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Si sostiene che il dato relativo al numero dei contagi quotidiano non è così cruciale, ma lo sono i dati sulle ospedalizzazioni.
I contrari obiettano che il numero dei contagiati è il parametro che genera le ospedalizzazioni e quindi conoscere quotidianamente la sua portata permette di stimare come si sta evolvendo la pandemia e quale impatto è destinata ad avere proprio sulle strutture sanitarie. Atteso che il sistema sanitario deve monitorare costantemente la situazione, il punto rimane quello di decidere l’utilità di diffondere al pubblico i dati quotidianamente o l’opportunità di farlo una sola volta la settimana.
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