Enorme centrale eolica offshore da 9 mld nel mare del Canale di Sicilia. Proteste per area 18,5 milioni di mq sottratta alla Pesca
La Renexia spa, controllata dal gruppo Toto Holding, ha chiesto lo scorso 26 gennaio alla Capitaneria di Trapani la concessione per 30 anni di un’ampia area nel mare nel Canale di Sicilia per la realizzazione di una centrale elettrica eolica.
Contro il progetto MeDWos, Mediterranean wind off shore, che prevede di installare 190 “pale” in mezzo al mare tra la Sicilia e la Tunisia per la generazione di energia elettrica sfruttando la forza del vento, una nota di protesta è stata inviata da AGCI-AGRITAL Pesca, sigla di settore dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, all’assessore regionale Toni Scilla, al Dipartimento Pesca della Regione Siciliana, ai sindaci di Trapani, Marsala, Mazara del Vallo, Pantelleria, Favignana, al Flag Trapanese (il Gruppo di azione locale di sviluppo partecipativo del settore della pesca).
Secondo la richiesta ufficiale di concessione dell’area marina, l’impianto eolico offshore da realizzare si sviluppa al largo della costa occidentale della Sicilia e delle Isole Egadi, nel Mar Tirreno Meridionale e Canale di Sicilia. È composto da 190 aerogeneratori suddivisi in tre sottocampi di produzione, con fondazioni galleggianti ancorate al fondale, ciascuno con potenza nominale di 14,7 MW per una potenza totale dell’impianto di circa 2,8 GW.
Viste le potenze in gioco, non essendo capiente la rete elettrica siciliana, nel progetto è stato necessario ipotizzare il trasporto e l’immissione dell’energia prodotta direttamente in Campania, attraverso cavi marini in corrente continua a 500 kV in linea con il tracciato ipotizzato per il nuovo progetto “Tyrrhenian Link”, opera prevista da Terna s.p.a. nel Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale per l’interconnessione tra Sardegna, Sicilia e Campania.
Il primo tratto del cavidotto marino, lungo circa 200 km, fino alle acque antistanti il comune di Termini Imerese (PA), costituirà l’Opera Utente; il tratto successivo, invece, lungo circa 500 km, fino alla stazione di Montecorvino Rovella in provincia di Salerno, costituirà l’Opera di Rete.
Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, ha spiegato lo scorso novembre, presentando il progetto alla stampa: “Per l’Italia e per la Sicilia sarà un investimento imponente che avrà un significativo impatto sull’economia dell’isola anche sul fronte dell’occupazione. Una volta completati i lavori (prevediamo entro la prima metà del 2025) l’impianto andrà a fornire energia a 3,4 milioni di famiglie con un fatturato medio compreso tra i 120 e i 150 euro per Megawatt per oltre un miliardo di euro l’anno”.

“Non si può continuare a dire che la pesca è una attività importante da difendere e nel contempo permettere che vengano sottratte le aree dove questa attività viene compiuta”, dichiara Giovanni Basciano, vicepresidente AGCI-AGRITAL e responsabile AGCI Pesca Sicilia.
“Infatti, laddove non fosse noto, questa enorme area si trova in prossimità di aree pescosissime, i banchi Talbot e Skerki. Inoltre è facile prevedere che gli intensi traffici navali esistenti nello stretto tra Capo Bon e la Sicilia, verrebbero costretti a concentrarsi ai lati di quest’enorme concessione, rendendo ancora più difficili e pericolose le attività di pesca nell’area di mare compresa tra questa e la terraferma. Infine dall’area in concessione partirebbe un cavidotto che arriverebbe fuori Termini Imerese, sottraendo in questo modo ulteriori aree di pesca ai pescatori siciliani. L’AGCI-Agrital e il Settore Pesca AGCI Sicilia – conclude Basciano – assumono una decisa presa di posizione in difesa dei pescatori dell’Isola ed esprimono contrarietà alla realizzazione di questo progetto”.

Devi effettuare l'accesso per postare un commento.