Agricoltura Sicilia. No di Toni Scilla allo “scippo di 400 milioni” tentato in Conferenza Regioni

Scontro e forte presa di posizione dell’assessore Scilla sulla gestione dei fondi per l’Agricoltura in Commissione Politiche Agricole (CPA) della Conferenza delle Regioni.

“Il punto sul quale si è acceso il confronto ha riguardato la posizione della Regione Siciliana sulla proposta di trasferire risorse economiche dalle regioni del Sud del Paese a quelle del Nord”, ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea, Toni Scilla.
Veneto, Emilia-Romagna ed altre regioni del settentrione d’Italia, hanno chiesto di azzerare quello da loro considerato un criterio di riparto iniquo e a chiaro vantaggio del Sud, ma Scilla ha contestato che si tratterebbe di una “proposta contraria al regolamento UE sulla transizione”. La posizione espressa dall’assessore siciliano nel suo intervento è stata condivisa dalle regioni del Sud e dall’Umbria.
Ai lavori della Commissione Politiche Agricole hanno partecipato per la Regione Siciliana anche il dirigente generale del dipartimento regionale Agricoltura e Autorità di gestione Psr Sicilia, Dario Cartabellotta e il Dirigente Area 2, Nino Drago.
Tranciante la posizione di Scilla: “Non permetteremo che la Sicilia venga depredata di una somma ingente, si tratta di centinaia di milioni di euro che verrebbero meno. Alla luce della normativa comunitaria vigente, il modello di riparto già utilizzato nella prima parte della corrente programmazione, 2014/20, deve estendersi per il biennio aggiuntivo 2020/21. I nuovi criteri di riparto, che dovranno riguardare tutta la nuova politica agricola comune (PAC), decorrerranno eventualmente dal 2023 quando l’Unione Europea avrà approvato i nuovi regolamenti”. 

Scilla ha anche voluto evidenziare “il ruolo del Meridione d’Italia, che in una logica di rilancio economico del Paese, specialmente in un momento critico come quello che stiamo attraversando, non può essere sacrificato a causa di errate interpretazioni”.

Michele Cappadona
Michele Cappadona, presidente AGCI Sicilia

Dal mondo delle imprese, a supporto della posizione intransigente assunta dall’assessore Scilla sul critico problema delle risorse è intervenuto Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia, cui aderiscono eccellenze del settore agroalimentare come le cantine sociali che producono la maggior quota di vino bio nell’Isola e in Italia (Colomba Bianca) e aziende leader nella produzione di grano e altri cereali (Valle del Dittaino).
“Pieno sostegno alla ferma posizione dell’assessore Toni Scilla contro il tentativo di un ennesimo scippo delle risorse destinate alla Sicilia”, dichiara Michele Cappadona. “Durante i 75 anni di vita della nostra Repubblica, la Sicilia, come le altre regioni meridionali, è stata depredata e marginalizzata, negandole tutti gli investimenti e le infrastrutture che hanno invece sostenuto lo sviluppo economico delle regioni del Nord. Il divario occupazionale, economico e sociale è divenuto insostenibile già prima dello scoppio della pandemia. In questo momento storico in cui l’Italia da un intero anno combatte una devastante guerra contro il Covid ed è il Paese al mondo con la più alta mortalità da Coronavirus ogni 100mila abitanti, è necessario governare l’emergenza secondo la sua vera natura di economia di guerra. Cittadini, lavoratori e imprese devono sopravvivere, e per farlo si deve agire per ridurre e colmare ogni possibile divario, non per accentuarlo. Fondamentale – conclude Cappadona – sarà alimentare la solidarietà e la coesione, e che chi riveste responsabilità di governo sappia esercitare sempre la massima capacità di ascolto e coinvolgimento verso cittadini e parti sociali. È indispensabile garantire e non sprecare le risorse necessarie alla sopravvivenza, perché cessata la guerra ci sia un futuro”.

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