Vincenzo Abate: per il “Rinascimento alcamese” un sindaco donna
Classe 1981, dirigente di Diventerà bellissima, assessore al Comune di Castellammare del Golfo, l’avvocato Vincenzo Abate è tra i giovani esponenti politici alcamesi che coniuga la passione per la politica con l’attività professionale perché “non bisogna demandare ad altri il peso e la responsabilità di fare scelte e poi lamentarsi”.
Nel tracciare un identikit del futuro candidato a sindaco di Alcamo, accarezza l’idea di un candidato donna, che ritiene possa essere, in “un quadro sociale eterogeneo e complesso” un valore aggiunto per la città.
Alle regionali del 2017 Vincenzo Abate si candida per la prima volta all’ARS con “Diventerà Bellissima”, usando in quel contesto lo slogan “La prospettiva giusta”. Tra la concezione machiavellica che separa la politica dall’etica e dalla morale e quella cristiana che la annovera come “forma più alta di carità”, verso dove guarda la sua prospettiva politica?
Il ricordo della campagna elettorale del 2017 è ancora vivido nella mia memoria. Il mio primo impegno elettorale con “Diventerà Bellissima” è stato entusiasmante, coinvolgente e ricco di soddisfazioni. Quella competizione politica mi ha lasciato in dote un importante bagaglio esperienziale ed ha riacceso in me la passione per la politica che negli anni si era sopita. Con lo slogan “La prospettiva giusta”, abbiamo provato a comunicare agli elettori che in questo periodo politico, fatto di apparenze ed accuse, esisteva ancora la possibilità di credere in una prospettiva della politica fatta di contenuti, d’impegno, di passione e di professionalità. Ed è al rispetto di questi valori che ho sempre ispirato prima, la mia attività di dirigente regionale del movimento “DB” e adesso, il mio ruolo di assessore nel Comune di Castellammare del Golfo. La mia concezione della politica è sicuramente più vicina a quella cristiana, che la intende quale servizio a favore della collettività. La politica dev’essere vissuta come impegno concreto e fattivo volto a costruire una società moderna ed economicamente florida, ma anche socialmente più giusta ed equa. Nella mia prospettiva politica l’ambiente e le risorse naturali del nostro territorio, non sono un vincolo, una restrizione o un tema ad appannaggio di alcuni ristretti ambienti politici. Le tematiche ambientali, in sinergia con una attenta programmazione turistica, costituiscono una concreta opportunità per lo sviluppo ecosostenibile della nostra economia locale. La mia visione della politica si basa sulla meritocrazia, sulla fiducia nelle nuove generazioni, su cui deve gravare il peso della responsabilità di fare delle scelte e non di demandare ad altri per poi lamentarsi. Questo è quello in cui credo e per cui continuerò ad impegnarmi.

L’on. Mimmo Turano, in una precedente intervista ha manifestato l’intenzione di aggregare la parte sana di tutta la politica alcamese in vista delle prossime competizioni elettorali. Lei ha dichiarato su Social che “bisogna ripartire dai partiti che compongono l’alleanza che ha sostenuto la candidatura del Presidente Musumeci”. L’assessore Turano, tende però la mano anche a Giacomo Scala, dirigente di Italia Viva, che sostiene l’attuale governo nazionale. Non si rischia di generare confusione tra gli elettori?
Concordo con l’on. Turano in relazione alla cogente necessità di aggregare la parte migliore della città, per poter dar vita a quello che io auspico possa essere un “Rinascimento alcamese”. È ormai indifferibile chiedere con forza e coraggio un contributo umano, emotivo e politico alle eccellenze di questa comunità, affinché insieme si possa tracciare insieme la rotta verso un futuro migliore per Alcamo e per i suoi cittadini.
In relazione alla composizione della coalizione per Alcamo 2021, ribadisco quanto affermato in altre occasioni: la base da cui costruire una solida proposta politica è quella dei partiti dell’area di centrodestra e dei movimenti che sostengono il governo del presidente Nello Musumeci. Ciò posto, è palese che non si debba aprioristicamente precludere la possibilità di estendere il perimetro di una possibile coalizione anche ad altri interlocutori politici, che possano convergere sugli obiettivi di un comune programma politico o condividere le stesse aspirazioni per il rilancio della città. In quest’ottica si inserisce la posizione di Giacomo Scala. Se con il movimento “Centrali”, che da sempre ha avuto una chiara visione dei risultati non lusinghieri conseguiti dall’amministrazione pentastellata, raggiungeremo una intesa sul progetto politico che vogliamo offrire ai cittadini di Alcamo. Ritengo che possa essere un ulteriore valore aggiunto ed una risorsa importante per la colazione e contestualmente, colgo l’occasione per esprimere il mio auspicio che anche altre realtà civiche e moderate della città possano accogliere l’invito ad unirsi a questo progetto di rilancio per Alcamo.
Dal “Cambiamento” sbandierato dai cinque stelle, a “Diventerà bellissima”: ma il sentire comune resta ancorato alla visione gattopardesca del “tutto cambia per non cambiare nulla”. Come può superarsi questo continuo scollamento tra la politica e i comuni cittadini?
L’esperienza del movimento “Cinquestelle” è implosa a causa delle oggettive e palesi contraddizioni su cui questo esperimento politico si fondava. I loro rappresentati hanno promesso ai cittadini che avrebbero sovvertito le regole della politica senza mai farne parte, ma in realtà il tempo ha dimostrato che loro stessi sono diventati la massima espressione di un modo di fare politica miope, autoreferenziale e sterile nei suoi contenuti. L’impegno che ha assunto il presidente Musumeci con il progetto “DB” è quello di tornare a fare una politica che possa dialogare con i cittadini. Creare un movimento fatto da giovani amministratori che, pur provenendo da esperienze e sensibilità politiche diverse, aspirano a migliorare la condizione sociale ed economica della Sicilia e del suo popolo. Questi risultati non vengono perseguiti con l’aggressione personale per l’antagonista politico, ma attraverso il confronto ed il dialogo costruttivo. Un modo di fare politica alla cui base c’e il rispetto per le Istituzioni e per ciò che esse rappresentano; una politica sobria e concreta, senza eccessi e preconcetti; una politica in cui prima si raggiungono gli obiettivi e poi si fanno gli annunci; una politica che dialoghi quotidianamente con l’elettorato e che non “scenda” a confrontarsi soltanto in concomitanza di appuntamenti elettorali. Ecco, io ritengo che per recuperare il rapporto di fiducia fra la politica ed i cittadini, occorra ricostruire un dialogo bidirezionale e costante con l’elettorato. Peraltro, in questo momento storico di eccezionale gravità, occorrerà saper ascoltare le concrete esigenze dei siciliani e provare insieme a mettere in campo ogni risorsa, economica e normativa, per tentare di ricostruire insieme il futuro della nostra terra.
Oggi ricopre il ruolo di Assessore, con deleghe varie, nella giunta di Nicola Rizzo, sindaco di Castellammare del Golfo. Alcamo e Castellammare, due comuni limitrofi ma con vocazioni turistiche diverse. Perché stenta a decollare una sinergia concreta tra questi due territori che potrebbe trasformare in punti di forza le loro rispettive debolezze?
I Comuni dell’area del Golfo debbono tornare a fare sintesi ed essere lobby territoriale per un progetto di crescita unitario. In un periodo di difficoltà come quello che stiamo vivendo, riuscire a fare squadra e a lavorare per il raggiungimento di obbiettivi economici e sociali comuni, non solo è auspicabile, ma è un obbligo morale per tutti gli amministratori locali. Questa sinergia dovrebbe essere ancora più forte e profonda fra Alcamo e Castellammare del Golfo che, a mio avviso, costituiscono de facto un’unica area economica e turistica. La città di Castellammare del Golfo negli ultimi anni ha avuto una significativa crescita e rappresenta, insieme a San Vito Lo Capo, una delle destinazioni turistiche preferite dai turisti nella Sicilia Occidentale. Ma all’interno del successo turistico della città, una componente importante l’hanno svolta i tanti imprenditori alcamesi che con la loro professionalità e la loro capacità imprenditoriale hanno creato le condizioni propedeutiche per un efficace sviluppo della capacità ricettiva locale e dei servizi turistici. Allo stesso tempo ritengo che Alcamo possa offrire (con la sua profonda cultura eno-gastonomica, con i suoi Castelli, con le sue bellezze architettoniche, con le sue lunghe bianche spiagge) il naturale completamento di una meravigliosa offerta per il turista o per il viaggiatore alla ricerca di una esperienza tra arte, natura e gusto. Purtroppo, questa sinergia, come da lei correttamente osservato, in questi anni ha stentato a decollare fra i due Comuni. Sono fiducioso, però, che con la prossima amministrazione che guiderà le scelte del Comune di Alcamo, si possa instaurare sin da subito un proficuo rapporto di collaborazione.
Anche a lei chiedo un identikit del futuro candidato a sindaco di Alcamo. Doti e qualità indispensabili.
La scelta del candidato a Sindaco rappresenta uno dei momenti più importanti e delicati della campagna elettorale. Sono sicuro che la nostra coalizione, attraverso un confronto costruttivo e proficuo, riuscirà ad individuare una figura che incarni i valori del progetto politico. Personalmente, sarei estremamente contento di poter individuare una figura che con la sua storia personale e professionale, possa rappresentare per i cittadini alcamesi una garanzia di serietà ed affidabilità nella gestione della macchina amministrativa. Inoltre, guarderei con estrema attenzione ad un candidato donna, perché ritengo che, in un complesso ed eterogeneo quadro sociale, la capacità di concretezza e poliedricità professionale, innate nelle donne, rappresenterebbero un indiscutibile valore aggiunto. La nostra società deve ripartire da valori quali la famiglia e la professionalità sul campo, per cui quale migliore garanzia di un sindaco donna.
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