Gestione emergenza Covid, bufera su Musumeci: censura Ars Razza, critiche ordine medici, dimissioni commissario DB Palermo Stefania Munafò
Dopo la censura all’Ars sull’operato di Razza e le critiche dell’ordine dei medici al governo della Regione Siciliana, giungono le dimissioni del commissario DB Palermo Stefania Munafò.
All’indomani del decreto del ministro della Salute con cui la Sicilia è stata dichiarata “zona arancione” alla luce dei dati comunicati dalla Regione, Musumeci aveva criticato la decisione come una scelta politica del Governo Conte, “assurda e irragionevole”, un provvedimento “ingiusto e ingiustificato”: “Tutte le zone penalizzate sono Regioni che appartengono al centrodestra”.
Uno schiaffo all’operato di Musumeci, commissario per l’emergenza Covid in Sicilia, e al suo fedelissimo assessore alla Salute Ruggero Razza, ieri da parte di Stefania Munafò, che si è dimessa da commissario di Palermo e componente della Direzione regionale di Diventerà Bellissima, prendendo le distanze dalla gestione fallimentare dell’emergenza pandemia.
L’ormai ex esponente DB Munafò ha motivato le sue dimissioni “alla luce delle decisioni intraprese per fronteggiare la pandemia e le scelte sociali inesistenti assunte dal governo regionale e per la mancanza totale di ascolto. Ritengo non ci siano più le condizioni per proseguire il percorso politico che con tanto slancio avevo intrapreso con Diventerà Bellissima. La mia decisione è inevitabile di fronte al modo in cui il governo regionale sta vagheggiando per fronteggiare la diffusione del virus, purtroppo con risultati che, a mio avviso, sono del tutto fallimentari. Tutto questo per altro non avendo mai ottenuto un confronto costruttivo con chi avrebbe potuto fornire indicazioni utili a comprendere le reali difficoltà degli operatori sanitari medici, infermieri, tecnici, oss e soprattutto dei cittadini e dei pazienti”.
“Poco ascolto e poco confronto con chi è in prima linea, da parte di un governo regionale sordo. Il Covid non è una questione politica – ha detto oggi Stefania Munafò in un intervista radiofonica a Prima Radio -. Ho cercato di fare presente quali siano state alcune mancanze, ma mi sono dovuta scontrare con molta presunzione e arroganza. Abbiano avuto sei mesi di tempo per prepararci a questa seconda ondata. Dovevamo utilizzare questo tempo allestendo nuovi posti letto (posti effettivi reali), assumendo personale e attrezzature sanitarie, a partire da ambulanze dedicate. Non si possono ‘realizzare nuovi ospedali Covid’ riconvertendo e sottraendo spazi, risorse e servizi ad altre strutture sanitarie essenziali per i cittadini”.
Le dimissioni di Stefania Munafò giungono all’indomani della mozione parlamentare di censura presentata all’Ars contro l’operato dell’assessore alla Salute Ruggero Razza.
“Se la Sicilia si trova oggi in piena emergenza covid-19″, è l’accusa contenuta nella mozione, “gravi responsabilità sono dell’assessore alla Salute Ruggero Razza che non ha svolto in maniera adeguata le sue funzioni di indirizzo e coordinamento della programmazione sanitaria e dell’assistenza territoriale e ospedaliera per fronteggiare la pandemia, e ha ritardato tutti i provvedimenti di sua competenza per attenuarne gli effetti consentendo il progressivo innalzamento del livello di rischio nella diffusione del virus creando dunque i presupposti che hanno portato la Sicilia ad essere dichiarata ‘area arancione’, con le conseguenti misure restrittive”.
La mozione di censura depositata all’Ars, che rappresenta di fatto un atto di sfiducia con cui si chiede al presidente della Regione Nello Musumeci di provvedere alla “immediata rimozione e sostituzione dell’assessore Razza”, è firmata dai capiguppo del Pd Giuseppe Lupo, del M5s Giorgio Pasqua, da Claudio Fava (Cento Passi) e dai deputati dei rispettivi gruppi parlamentari.
Presidenti ordini provinciali medici Sicilia: “Strategia poco chiara su tamponi a tutti i cittadini su base volontaria, invece che mirare ad eseguirli sui soggetti a rischio”
I presidenti degli Omceo siciliani hanno rilevato, al fine della tutela della salute dei siciliani: “una strategia poco chiara sulle modalità di attuazione dei tamponi fatti dai cittadini su base volontaria. Appare quantomeno inefficace dal punto di vista epidemiologico e in controtendenza rispetto alla strategia nazionale, che invece prevede un’esecuzione mirata dei tamponi a soggetti e a gruppi di popolazione a rischio, emarginando in questo modo il ruolo dei medici di famiglia, dei pediatri di libera scelta, degli specialisti ambulatoriali e dei dirigenti medici delle ASP, tutte figure cardine dell’assistenza territoriale”.
Stigmatizzata “salvo poche eccezioni, la mancata distribuzione ai medici dei dispositivi di protezione individuale, fondamentali a garantire sicurezza e serenità ai sanitari, ai cittadini e ai pazienti. Questo accade, hanno detto “nonostante la diversa disposizione del presidente della Regione e contravvenendo quanto prescrive il cosiddetto decreto Cura Italia, che all’articolo 5 recita ‘I dispositivi di protezione individuale sono forniti in via prioritaria ai medici,(compresi quelli con rapporto convenzionale o comunque impegnati nell’emergenza da COVID-19,) e agli operatori sanitari e sociosanitari'”.
Orlando torna a chiedere i dati dei contagi
Il sindaco metropolitano di Palermo Leoluca Orlando, con una lettera inviata all’assessorato Regionale alla Salute, all’assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, all’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia e all’ASP Palermo, è tornato oggi a chiedere i numeri legati ai contagi in città, nello specifico quelli in ambito scolastico, al fine di assumere le eventuali misure necessarie per la tutela della salute pubblica.
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