Polemiche sul bando per l’assegnazione di 1000 beni confiscati alle mafie, in scadenza il 31 ottobre

Lo scorso 30 luglio l’ANBSC, Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, ha emanato un bando per l’assegnazione diretta di mille beni confiscati alle mafie in tutta Italia.

Il bando, indirizzato alle associazioni, agli enti no profit e alle cooperative, scadrà il 31 ottobre. Aspetto critico del bando risulta lo stato in cui si trovano i beni inseriti.

bene confiscatoNella provincia di Catania, per esempio, dove sono solo 25 i beni che l’Agenzia ha inserito, divisi in oltre 60 particelle catastali diverse (si tratta di  terreni agricoli, fabbricati rurali, garage, capannoni, appartamenti e ville con tanto di piscine), non tutti i beni sottratti alla mafia sono in buone condizioni. Ci sono dei beni irraggiungibili, perché hanno gli ingressi  murati. Altri, addirittura, ancora abitati da parenti degli stessi mafiosi a cui sono stati  confiscati.

“Il bando – si legge in una nota a firma i Siciliani, Giardino di Scidà e Arci Catania – da questo punto di vista ha molte falle e criticità che saremo pronti a denunciare.
Negli ultimi anni abbiamo svolto una continua attività di monitoraggio, censimento, denuncia e proposta sui beni confiscati alla mafia, a partire dall’esperienza condivisa del Giardino di Scidà, primo bene confiscato assegnato con evidenza pubblica.
Intendiamo socializzare la nostra esperienza e costruire un percorso comune per la gestione dei beni confiscati, partendo proprio dalle tante possibilità che, nonostante tutto, il bando propone, tentando di unire associazioni, cittadine e cittadini, gruppi informali, per presentare proposte comuni. Inoltre vogliamo aiutare tutte le associazioni e gruppi che vorranno, a saperne di più sul bando e studiare insieme le modalità per, finalmente, restituire alla comunità questi beni confiscati alla mafia:
la mappa con i beni confiscati oggetto del bando si  trova all’indirizzo www.isiciliani.it/mappa“.

Com’è stato possibile pubblicare un bando del genere contenente  tutte queste evidenti criticità? L’Agenzia vuole realmente rendere i beni confiscati ai mafiosi dei beni comuni, oppure, in realtà, li vuole vendere ai privati? Del resto, la gestione del patrimonio sottratto alle mafie viene gestito dalla stessa Agenzia Nazionale attraverso dei CdA, che operano come dei privati.
Concludendo, mi chiedo: cosa direbbe Pio La Torre, assassinato dalla mafia proprio perché  sosteneva che era necessario togliere alla mafia il potere economico, davanti a tutto questo?

Orazio Vasta

Direttore responsabile