Liquidità alle imprese, ABI scrive alle banche: “Immediato impegno attuativo al decreto del Governo”

Il pacchetto di liquidità alle imprese attivato dal Governo Conte per contrastare l’emergenza economica coronavirus è, finora, di 750 miliardi: 350 miliardi già previsti nel decreto Cura Italia, a cui si aggiungono altri 200 miliardi per prestiti con garanzia dello Stato e 200 miliardi per il sostegno dell’export.

In attesa del “via libera” dell’Antitrust Ue per le misure adottate dal Governo, l’ABI, con lettera circolare del 9 aprile 2020, ha già fornito alle banche un’informativa per l’immediata applicazione del Decreto legge 8 aprile 2020 n. 23, il Decreto Liquidità, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 94.
“Vista l’estrema necessità e urgenza di dare immediata applicazione al DL Liquidità da parte delle banche”, esprime la circolare firmata dal presidente ABI Antonio Patuelli, “forniamo subito una prima tempestiva informazione, illustrando le disposizioni sulle quali si richiama la massima attenzione e l’immediato impegno attuativo degli Associati”.

Le principali misure di accesso al credito per le imprese del decreto-legge 23/2020 sono contenute negli articoli n.1 (Misure temporanee per il sostegno alla liquidità delle imprese) e n.13 (Fondo centrale di garanzia PMI).

L’articolo 1 dispone in sostanza che lo Stato, attraverso SACE spa, conceda fino al 31 dicembre 2020 garanzie alle banche per finanziamenti sotto qualsiasi forma alle imprese per un importo complessivo massimo di 200 miliardi di euro, di cui almeno 30 miliardi destinati a piccole e medie imprese, inclusi i lavoratori autonomi e i liberi professionisti titolari di partita IVA.
L’importo del prestito assistito da garanzia non è superiore al maggiore tra i seguenti elementi dell’impresa, relativi al 2019: il 25 per cento del fatturato annuo; il doppio dei costi del personale.
L’entità della garanzia copre: il 90% del finanziamento per le imprese con meno di 5.000 dipendenti in Italia e un fatturato fino a 1,5 miliardi di euro, con una procedura semplificata per l’accesso alla garanzia; l’80% per imprese con oltre 5.000 dipendenti in Italia e un fatturato fra 1,5 e 5 miliardi di euro; il 70% per le imprese con fatturato sopra i 5 miliardi.
Possono beneficiare delle garanzie della SACE le imprese di qualsiasi dimensione, fermo restando che le PMI devono aver esaurito il plafond massimo disponibile per ottenere coperture da parte del Fondo di garanzia per le PMI.

Per quanto concerne il Fondo di garanzia, l’importo massimo che può essere garantito per singola impresa è di 5 milioni di euro. Sono ammesse le imprese con numero di dipendenti non superiore a 499.
Nel caso di finanziamenti fino a 25.000 euro, in favore di PMI e di persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni la cui attività d’impresa è stata danneggiata dall’emergenza Covid-19 come da dichiarazione autocertificata, la garanzia del Fondo copre il 100% dell’importo.
Anche per le imprese i cui ricavi arrivino all’importo di 3.200.000 euro, la garanzia potrà arrivare al 100%, ma con il 90% a carico del Fondo e il 10% a carico di un Confidi privato. L’importo massimo del finanziamento per tali soggetti, non potendo superare il 25% del fatturato, sarà quindi di 800.000 euro.
Infine, per imprese con fatturato superiore a 3.200.000 euro, la garanzia coprirà invece il 90% del finanziamento.

Per i finanziamenti fino a 25.000 euro, non ci sarà valutazione del merito di credito del richiedente. Diversamente, per importi superiori (garanzia Fondo del 90%, anche nel caso di un +10% Confidi se entro 800.000 euro), la banca farà un’istruttoria semplificata per valutare la struttura economico-finanziaria dell’azienda. Per maggiore informazioni, si rimanda al testo integrale della nota ABI, consultabile attraverso il link in calce.

Inviata la circolare, Patuelli chiarisce in un’intervista all’Ansa – a proposito del “bazooka“, espressione utilizzata da Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri per enfatizzare i 750 miliardi di euro di risorse messe in campo per le imprese dal Governo come una “potenza di fuoco senza precedenti” – un aspetto per nulla trascurabile: “Le banche stanno lavorando per bruciare i tempi, ma serve il permesso della UE. La commissione europea deve dare il suo benestare o i finanziamenti non potranno arrivare.”

LINK
La circolare ABI alle banche del 9 aprile 2020

Il Decreto-legge “Liquidità alle imprese” n. 23 dell’8 aprile 2020

Il Decreto-legge “Cura Italia” n. 18 del 17 marzo 2020


Sulle sempre più ricorrenti ipotesi di utilizzare il risparmio degli italiani, in un’intervista all’Ansa il presidente ABI Antonio Patuelli evidenzia: “Si può fare ma tutto deve avvenire in forma non coercitiva e con strumenti di incoraggiamento. Bisogna guardare a quanto fece l’Italia nel 1944, ancora divisa fra Italia liberata e occupata. Il prestito Soleri-Einaudi-Bonomi (detto della Ricostruzione) era un’emissione di Buoni del Tesoro esenti da tassazione e con strumenti di incoraggiamento. Al di là delle tecnicalità è importante ricorrere a questi due principi: incoraggiamento e mancata coercizione. Gli italiani hanno già molti obblighi, anche troppi ora, e sono colpiti da un’epidemia. Sono contrario a ogni forma di ulteriore tassazione. Emissioni simili potrebbero quindi essere esenti da tassazione e aperti al risparmio degli italiani ma anche a quello europeo per convogliarlo verso gli investimenti produttivi. Potremo non avere ostacoli dalle Ue (all’esenzione della tassazione) anche considerando che in questo modo non graveremmo sugli altri paesi che diffidano di dover pagare il debito dell’Italia”.

Dario Fidora

Direttore responsabile