FI presenta all’Ars proposta di referendum abrogativo della legge Bonafede che annulla la prescrizione

Contro la norma “Fine processo mai”, il gruppo parlamentare di Forza Italia all’Ars ha depositato la proposta di referendum abrogativo della legge 3/2019 sulla Prescrizione, da poco entrata in vigore.

L’esito del voto in Aula sarà poi trasmesso alla Corte di Cassazione e in seguito alla Corte Costituzionale, previa adesione di altri quattro Consigli Regionali.

La riforma della prescrizione,  contenuta nel ddl anticorruzione AC 1189, il cosiddetto “Spazzacorrotti”, e approvata dal primo governo Conte come legge n. 3 del 9 gennaio 2019, è entrata in vigore il 1° gennaio 2020. Fortemente voluta dal ministro della Giustizia Cinquestelle Alfonso Bonafede, la norma prevede che il decorso dei termini di prescrizione dei reati si interrompa dopo la sentenza di primo grado di giudizio, sia essa di condanna o di assoluzione.
“Da addetto ai lavori, il processo penale deve avere una durata ragionevole, non può durare tutta la vita. Mi compiaccio che la mia proposta abbia avuto un seguito grazie soprattutto al presidente Gianfranco Miccichè, il quale da instancabile baluardo dei valori liberali, ha permesso che per la prima volta il Parlamento siciliano sia chiamato al voto su un quesito referendario”. A riferirlo è il capogruppo di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, on. Tommaso Calderone.

“L’azione intrapresa da Forza Italia in Sicilia – conclude il parlamentare – è una battaglia di civiltà che avrà seguito in altre Regioni, contro una disposizione che presenta numerosi profili di illegittimità costituzionale. Un abominio giuridico che danneggia tutti: le vittime e la collettività, i quali hanno interesse ad un puntuale accertamento delle responsabilità e delle pene, che così verrebbero a mancare. Per tale motivo, oltre al presidente Micciché, ringrazio i colleghi di partito Savona, Pellegrino, Mancuso, Papale, Gallo e Caputo, firmatari insieme a me di una proposta di contrasto a quella che considero una nefandezza giudiziaria voluta dal Governo centrale”.