Manifestazione Coldiretti, agricoltori Sicilia insoddisfatti su tempi governo Musumeci. M5s: attiviamo la Banca della Terra
Un corteo con circa 20 mila manifestanti organizzato oggi da Coldiretti a Palermo, è partito da piazza Marina percorrendo la città verso piazza Indipendenza, davanti la presidenza della Regione, per protestare contro i ritardi e l’incapacità della burocrazia siciliana di gestire il Programma di Sviluppo Rurale e le norme che governano il comparto dell’Agricoltura in Sicilia. Lo spreco dei consorzi di bonifica, carrozzoni senza alcuna utilità.
Il presidente della Regione Musumeci, con l’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera e il dirigente generale Dario Cartabellotta, ha ricevuto a Palazzo d’Orleans una delegazione della Coldiretti, guidata dai presidenti nazionale e regionale Ettore Prandini e Francesco Ferreri.
Il presidente Musumeci ha illustrato le attività svolte dal governo siciliano in questi due primi anni di mandato: “Ci vorranno almeno tre lustri per rendere la nostra agricoltura competitiva al pari delle altre Regioni italiane. L’importante era avviare un nuovo corso e lo abbiamo già fatto. Auspico un clima di serenità nel confronto con la Coldiretti, così come c’è con tutte le altre organizzazioni di categoria”.
Insoddisfatta Coldiretti, che ribatte: “Durante l’incontro con Nello Musumeci – dice Ettore Prandini – è emerso che devono passare anni per ottenere un cambiamento che riguardi la soluzione ai problemi della zootecnia, viabilità, al sistema irriguo. E questo credo non si possa assolutamente accettare. Se non si spendono i fondi europei in tempo, la Sicilia rischia di non averli più. Un paradosso perché questa isola ha bisogno di investimenti, di strade, di possibilità al pari del resto d’Italia. La Sicilia ha il diritto a non essere una regione di serie B. Se aspettiamo 15 anni non ci saranno più le imprese agricole”.
“Vogliamo un confronto chiaro, aperto sui punti che abbiamo individuato come strategici primi tra tutti il finanziamento ai giovani”, ha affermato Francesco Ferreri, presidente Coldiretti Sicilia. “In queste ore leggiamo di finanziamenti nei vari comparti che solo grazie alla nostra manifestazione sono stati sbloccati ma un conto è dire e un altro è fare in tempi europei. Vogliamo risposte chiare e concrete nei prossimi giorni. Se così non fosse organizzeremo altre manifestazioni”. Per la Coldiretti “non è giusto che un giovane che ha tutte le carte in regola per lavorare in agricoltura a distanza di anni non riceva ancora l’aiuto”. “Che Regione è quella in cui i guasti alle condotte idriche si verificano ogni anno? Nell’ultimo anno più di 150 giovani in attesa del Psr hanno lasciato le campagne dove avevano già iniziato a lavorare perché stanchi di aspettare. Oggi, qui – ha concluso Francesco Ferreri – ci sono le grandi aziende agricole, le medie, le piccole. Ci sono i giovani, le donne. Ci sono intere famiglie che sono venute a dire che non è più possibile fare agricoltura in questo modo”.
“Uno dei tanti esempi di inefficienza riguarda la misura Per di primo insediamento”, denuncia Massimo Piacentino, delegato Coldiretti Giovani impresa Sicilia. “Nel 2017 sono state presentate più di 4600 istanze e ad oggi, a distanza di tre anni non c’è un solo giovane imprenditore che abbia potuto fruire di un finanziamento operativo. Questo significa cancellare sogni, imprese, posti di lavoro e rinunciare ad un’economia più solida per la nostra Sicilia”.
Secondo quanto previsto dal regolamento transitorio sulla PAC per l’agricoltura italiana ci sarà un taglio nelle risorse di 370 milioni di euro. Una situazione inaccettabile se si vuole garantire la sostenibilità e l’eccellenza del comparto agricolo italiano e comunitario.
La deputata Stefania Campo: “Musumeci vuol dare risposte concrete? Si renda operativa la norma per la Banca della Terra”.
I deputati regionali del Movimento 5 Stelle Stefania Campo, Angela Foti, Elena Pagana, Roberta Schillaci, Nuccio Di Paola, Luigi Sunseri e Antonio De Luca hanno partecipato alla manifestazione indetta da Coldiretti Sicilia a Palermo per dare pieno sostegno alle vertenze proposte dall’associazione di categoria e rilanciare le esigenze del comparto agricolo rivendicando le inadempienze del governo regionale.
“Sebbene da forza di opposizione – spiega Stefania Campo – abbiamo una grande responsabilità e possiamo portare a casa risultati concreti per il comparto. Dobbiamo agevolare il ritorno dei nostri giovani e giovanissimi nelle campagne, aiutandoli a scommettere a livello imprenditoriale sull’agricoltura di qualità, sull’agriturismo, sul recupero del territorio rurale siciliano. Per questa ragione intendo rilanciare ma migliorandola e rendendola attuale, una norma già esistente ovvero l’Art. 21 della legge regionale 5 del 2014 denominato ‘Banca della Terra di Sicilia’. Grazie a tale legge sarebbe stato già possibile avviare politiche volte, da una parte, al contrasto dell’emigrazione dalla nostra Isola e, dall’altra, alla concessione di terra da coltivare, rimettendola in produzione e salvaguardandola dal dissesto idrogeologico o dal rischio incendi”.
“Peccato che quanto recitato dalla norma – spiega ancora la deputata – non ha visto ancora alcuna forma di vita. Sono passati già cinque anni dall’entrata in vigore di tale legge e ben due anni dalla nascita del governo Musumeci ma di bandi e concessioni, di fruitori e procedimenti attivi non si vede ancora traccia, nessuna forma di attività amministrativa. Gli uffici sembrano, letteralmente, proiettati da tutt’altra parte. Ma se gli uffici possono anche essere distratti o impegnati su altri fronti ciò non può essere concesso all’assessore e al presidente della Regione, responsabili delle politiche agricole, che devono far attuare ai dirigenti e ai funzionari degli assessorati competenti. Tutto ciò che la Giunta regionale è riuscita a fare finora è un modesto atto di indirizzo con cui si individuano le tipologie dei beneficiari delle terre da concedere e le modalità delle procedure da seguire, se poi si cerca di capire quali sono gli appezzamenti, le terre, le proprietà abbandonate e censite si resta con un palmo di naso. Ad oggi non c’è ancora alcun censimento pronto, nessuna notizia; navigando sull’apposito sito web dedicato alla Banca della Terra ci si ritrova a brancolare nel buio, nel vuoto assoluto. E’ preciso dovere del governo regionale dare risposte e creare le condizioni per fare attecchire delle opportunità. Musumeci si attivi immediatamente” – conclude Campo.
“Come possiamo avallare la dichiarazioni del governo regionale – sottolinea Roberta Schillaci – secondo le quali va tutto bene se invece oggi gli agricoltori in piazza erano migliaia? Ci sono delle priorità che sono ancora disattese, tra queste ovviamente c’è il PSR, ci sono bandi scritti letteralmente con i piedi che rendono la vita dei nostri agricoltori che vogliono e devono fare impresa, letteralmente impossibile, ci sono condizioni viarie disperate che ci trasciniamo da decenni. Chiediamo di rivedere anche la gestione dei consorzi di bonifica che fanno pagare canoni salatissimi agli agricoltori per l’erogazione idrica, anche molto più esosi rispetto alle altre regioni d’Italia a fronte di servizi idrici pessimi o addirittura inesistenti nonostante già il Movimento 5 Stelle abbia incalzato il governo regionale con audizioni in commissione Ars, l’ultima delle quali è avvenuta lo scorso settembre. E’ indispensabile – conclude Schillaci – che questo comparto debba essere maggiormente coinvolto nei processi decisori della politica regionale”.
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