Dopo gli incendi, il boschetto Playa in vendita. Protesta Catania Bene Comune
Prima una catena di incendi devastanti, almeno tre definiti dalle autorità competenti come dolosi, poi la messa in vendita. Si tratta del boschetto della Playa.
“L’agenzia del Demanio – denuncia in una nota il movimento Catania Bene Comune – ha messo in vendita settemila metri quadri del boschetto della Playa, il più grande parco pubblico del Comune di Catania.
L’area (foglio 39 particella 94 del catasto terreni) si trova all’inizio del boschetto, a ridosso degli alberghi e dell’asse dei servizi. L’area ospita un bosco di eucalipti e numerosi ruderi. Il prezzo di vendita è di ventiseimila euro, tre euro e settanta centesimi al metro quadro. Le offerte possono essere presentate entro il prossimo 20 settembre”.
“L’area – continua la nota – in vendita è esattamente quella interessata dal grande incendio che ha colpito la Playa di Catania lo scorso 10 luglio. Incendio sul quale non è stata fatta ancora chiarezza e di cui non è ancora nota la matrice. Una coincidenza inquietante. Catania Bene Comune chiede pertanto l’immediato intervento della magistratura per verificare l’eventuale presenza di interessi illeciti”.
” È la stessa agenzia del demanio – precisa la nota – a puntualizzare che il prezzo “tiene conto delle condizioni del terreno”, “recentemente interessato da un incendio”.
È gravissimo che si metta in vendita il boschetto della Playa, parco pubblico della città di Catania. Per fare gli interessi della speculazione edilizia privata e di qualche imprenditore, che già ha fatto affari attraverso il Piano Urbanistico Attuativo, si priva la città di una delle poche aree verdi”.
“Chiediamo – conclude Catania Bene Comune – l’immediato intervento delle Istituzioni cittadine, innanzi tutto del Sindaco, per fermare la vendita. Ringraziamo il consigliere Graziano Bonaccorsi, che per primo ha posto la questione. É il momento che tutte le associazioni cittadine sensibili ai temi ambientali intervengano per bloccare l’ennesima operazione speculativa ai danni della città”.
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