Le lotte contadine del secondo dopoguerra in Sicilia nel film “Le Stelle non hanno padroni”

Il film “Le stelle non hanno padroni”, proiettato ieri a Palermo al Cinema “Vittorio De Seta”ai Cantieri Culturali della Zisa, di Palermo è stato interamente auto-finanziato ed auto-prodotto dall’associazione MiTerra Videolab.

La “MiTerra Videolab APS” nasce da esperienze maturate in seno ad alcune importanti associazioni culturali di Petralia Sottana, con l’intento di promuovere e coltivare la passione per le attività di produzione audio-visiva.
Nei primi anni di attività, la ricerca dell’associazione Miterra si focalizza sulle più importanti tradizioni sacre delle comunità madonite, cercando di offrire un’ampia visione dei fenomeni folcloristici-religiosi attraverso lo studio demologico.
La sfida successiva è stata la produzione di un corto/medio metraggio, dal titolo “U juornu avanti”. Il tema è quello dell’emigrazione, problema vissuto ieri e oggi, in prima persona, da intere generazioni di giovani.

Le stelle non hanno padroni” è ambientato sulle Madonie, nel Secondo Dopoguerra.
In questo periodo, in Sicilia, il movimento contadino per l’applicazione delle “Leggi Gullo” vede impegnati i lavoratori della terra nella lotta per l’affermazione delle tutele sindacali verso l’affermazione dei diritti del lavoro ed il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini.
Un ruolo fondamentale, nelle Madonie, viene svolto dagli studenti e dai diplomati dell’Istituto Magistrale di Petralia Sottana, che ripristinano una democratica ed attiva partecipazione alla politica, mondo con il quale intendono riconfermare il ruolo del sindacato nella difesa dei lavoratori.
I due protagonisti del film, Vastiano e Turiddu, intrecciano le loro storie e le loro vite in un’unica vicenda: quella relativa al tema delle lotte contadine.
Un lavoratore ed uno studente insieme, fianco a fianco, contro gli interessi degli agrari e della mafia, nell’essere uniti nella difesa delle tutele dei diritti lavorative ed economiche dei contadini e dei lavoratori dei campi. La militanza di un contadino, dedito al suo lavoro, e l’attività di uno studente, che grazie all’istruzione, crede in una società più giusta e più solidale, danno impulso ai diseredati nella rivolta contro il sistema feudale.
La storia si svolge nel 1947 e nel 1948, anni segnati dall’impegno e dal martirio di sindacalisti e dal grande supporto di autorevoli politici. I due protagonisti, nelle scene del lungometraggio, sono diretti testimoni dell’opera politica e sindacale di Epifanio Li Puma, Girolamo Li Causi e Pio La Torre.
L’accento è posto su un doppio binario: la ripresa del movimento per l’affermazione dei diritti contadini ed il ruolo chiave dell’istruzione.
Senza quest’ultimo aspetto il movimento non avrebbe potuto conseguire una forma strutturata e ben organizzata rischiando la frammentazione e l’isolamento.
Un aspetto che il film evidenzia è l’interpretazione del ruolo dell’istruzione ieri ed oggi, ponendo interrogativi sul perché gli studenti, di ieri e di oggi, presentano una cognizione diametralmente opposta del ruolo del mondo dell’istruzione e della cultura.