Ritardi negli stipendi agli operatori ecologici di Lampedusa, USB si rivolge a sindaco, prefetto e Regione

In una lettera inviata al sindaco di Lampedusa, al Prefetto di Agrigento e al presidente della Regione, l’USB (Unione Sindacale di Base), torna a denunciare la cronica situazione della mancata regolare corresponsione degli stipendi agli operatori ecologici dell’isola.

I lavoratori delle ditte del raggruppamento ISEDA operanti nel settore della nettezza urbana di Lampedusa e Linosa ricevono gli stipendi, con ritardi che vanno dai 2 ai 6 mesi, situazione che si ripete da anni.
Questa situazione è stata più volte sottoposta alle autorità di competenza. Sono stati svolti diversi scioperi per tale motivo. Che tale ritardo nei pagamenti viene giustificato dalle Ditte del raggruppamento Iseda con un “atto di sottomissione” tra le Ditte e Comune di Lampedusa e Linosa, un atto che solleva le ditte dal pagare gli operai.

Manifestazione: Operatori ecologici Lampedusa in sciopero“Da anni si sono favorite delle Ditte che non solo non hanno garantito il servizio sull’isola ma hanno pagato i lavoratori quando e come volevano, in barba ad ogni legge e ad ogni senso della decenza”, si legge nella nota dell’Usb a firma Francesca Del Volgo, Aldo Mucci, Giacomo Sferlazzo. “Non è normale che queste persone messe in mezzo alla strada, ancora oggi non abbiano alcuna risposta. È vergognoso.
Abbiamo già inviato una richiesta in cui chiediamo le dimissioni della maggioranza del Comune di Lampedusa e Linosa per l’incapacità e la superficialità con cui si sono posti, la nomina di un commissario che traghetti il servizio dalla condizione attuale ad una municipalizzata e lo sblocco del milione di euro da parte della Regione per garantire a queste persone di fare la spesa, pagare le bollette e i costi delle cure mediche (due famiglie di questi lavoratori hanno in casa malati di tumore).
Perchè noi come sindacato non sappiamo più che dire loro davanti l’evidenza dei fatti, cioè uno Stato che non sa garantire i diritti ai propri cittadini e che calpesta la dignita’ e i diritti dei lavoratori”.