Zamparini e gli inglesi: allegria
La premessa è un SE. SE verrà confermata cessione, e SE l’acquirente è davvero un grande gruppo, SE davvero la nuova proprietà ha un piano di rilancio del Palermo, ecc.
Se è così, e al momento non c’è alcun elemento concreto per dubitarne, io penso che si debba solo essere allegri. Cauti, realisti, ma allegri. E invece leggo in giro due atteggiamenti entrambi negativi e onestamente anche fastidiosi.
Da un lato, gli scettici-dubbiosi-sospettosi in servizio permanente. Quelli che qualcuno, in ambiti diversi ma perfettamente calzanti ad una certa palermitanitudine, definì “i nemici da’ cuntintizza”. Quelli che per forza deve esserci la fregatura e sei un povero fesso se gli fai notare che sì, certo, tutto è possibile e conoscendo il soggetto MZ qualche punto oscuro c’è, ma è difficile immaginare che sia tutta una montatura e comunque nel giro di qualche giorno tutto sarà chiaro.
Dall’altro, gli innamorati zampariniani cronici che, fedeli alla logica del peana permanente già ad amato vivo e attivo, ora, al momento del “trapasso” (solo di proprietà, per fortuna!) tendono ad enfatizzare le epiche gesta del de cuius, dimenticando totalmente le numerose pagine nere che la gestione Zamparini purtroppo ha scritto, soprattutto negli ultimi sette anni, ossia dopo la finale di Tim Cup a Roma, con lo storico esodo rosanero di massa.
È giusto ricordare che a livello di risultati Zamparini è senza dubbio il miglior presidente della storia del Palermo. Sono indimenticabili le emozioni forti, la promozione dopo 32 anni in serie A, l’Europa raggiunta, Corini, Guidolin, Toni, Grosso, Cavani, Pastore, Dybala, Delio Rossi e tanti altri volti che tutti noi abbiamo amato visceralmente. E coi quali, per inciso, Zamparini ha rotto sempre male, frutto di una certa cultura per la quale una volta spremuto il succo migliore il limone si può buttar via (o vendere) senza troppi riguardi, oltre che di una gelosia quasi patologica da parte del patron quando altri diventavano così amati da fargli potenzialmente ombra.
È anche giusto, però, non dimenticare gli ultimi anni. Gli scandali, purtroppo anche giudiziari, i mille allenatori e trecento dirigenti cambiati, a volte in modo compulsivo, i (cattivi) consiglieri, le spregiudicate operazioni di mercato e di bilancio, l’essere diventati la barzelletta di tutta l’Italia calcistica e non.
Ma soprattutto, l’avere ucciso la passione di tanti di noi. Gente nata e cresciuta a pane e stadio della Favorita, gente abituata a seguire il rosanero su tutti i campi e in tutte le categorie che a un certo punto ha detto basta. E che si è imposta, quasi violentendosi, di non andare più allo stadio “finché c’è Zamparini”, come segno di protesta civile.
Leggere il sarcasmo di alcuni contro questi tifosi, sfidarli a tornare adesso allo stadio, come se la diserzione dello stadio fosse segno di disinteresse o peggio del “tradimento di fede” a favore delle tanto odiate “strisciate” è obiettivamente, anche questo, un atteggiamento fastidioso. Chi vuol tornare allo stadio lo farà, e penso saremo in tanti. Chi non lo farà, avrà comunque le sue rispettabili ragioni, perché polemizzare ad ogni costo?
Si volta pagina, finalmente! Chi vuol essere lieto sia, secondo me c’è da esserlo. E forza Palermo
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