Durissima denuncia della Camera Penale di Trapani contro la riforma della prescrizione.

Si è riunita ieri, in assemblea straordinaria aperta, la Camera Penale di Trapani per discutere delle riforma “illiberale della giustizia penale” e della manifestazione del 23 novembre convocata a Roma dall’Unione delle Camere Penali Italiane.

L’assemblea, sebbene estesa a tutti i Deputati e Senatori del territorio, non ha registrato la presenza di alcun politico.
Numerosi invece gli avvocati sia del Foro di Trapani che di altri fori e significativa partecipazione dei magistrati del Tribunale di Trapani. Gli interventi che si sono susseguiti nel corso dell’assemblea, hanno posto in evidenza la crescente preoccupazione per un momento storico che sembra declinarsi verso una diminuzione delle garanzie costituzionali, e che dietro “Il cavallo di Troia, rappresentato dalla pena della prescrizione, nasconde in sè ben altro”. A conclusione del dibattito, la Camera Penale di Trapani, su proposta del direttivo, ha approvato un documento di cui è stata data massima diffusione e nel quale è stata ribadita l’adesione all’astensione proclamata dall’Unione delle Camere Penali Italiane e alla manifestazione nazionale convocata a Roma contro il Giustizialismo Populista, in difesa della Costituzione e dei diritti della persona. Rivolto, ancora una volta, l’invito al Governo a fermarsi e ad avviare un percorso condiviso tra tutte le componenti del mondo della Giustizia, abbondonando le idee espresse da minoranze illiberali, contro la “barbarie di un progetto di riforma che alla maniera Kafkiana, vuol rendere il cittadino presunto innocente perennemente imputato”.


Documento approvato dalla Camera Penale di Trapani il 22 novembre 2018

La Camera penale di TRAPANI,

PRESO ATTO

dei disorganici, populisti e illiberali progetti di riforma del processo penale annunciati dalla maggioranza di governo

CONSIDERATO

che all’epocale riforma della giustizia annunciata dal Ministro On. Avv. Alfonso Bonafede ha fatto seguito uno “scontro” interno alla maggioranza di governo, costretta a rinviare al 2020 e comunque alla riforma del processo penale, l’entrata in vigore delle norme in materia di prescrizione

RICHIAMATI

i documenti del direttivo del 2 il 3 novembre 2018, che s’intendono qui integralmente riprodotti e trascritti mediante rinvio ai link:

La certezza della pena spiegata ai cittadini

La prescrizione e il processo infinito: come violare la Costituzione

VALUTATO

– che il Governo persegue velleitari e illiberali progetti di riforma della giustizia penale in spregio dei principi fondanti lo Stato di diritto;

– che il Governo senza alcun confronto serio con l’Avvocatura, la Magistratura e l’Accademia omette di ascoltare le voci dei professionisti del processo che, ogni giorno, frequentano le aule dei palazzi di giustizia;

– che il Governo insegue progetti propagandistici, sempre annunciati urbi et orbi a mezzo social network, e deliberati su piattaforme virtuali in spregio di ogni regola di democrazia partecipativa;

– che preoccupa la dichiarazione rilasciata agli atti della Camera dalla Deputata relatrice del cosiddetto ddl spazza-corrotti sull’accantonamento dell’emendamento sull’agente provocatore (proposta dal deputato Costa), con la motivazione che gli amministratori locali sarebbero garantiti dalle (potenzialmente false) accuse di mitomani o personaggi in cerca di autore in ragione del presidio penale accordato dai “delitti di diffamazione e ingiuria”; l’affermazione preoccupa perché la Relatrice, intervendo su un tema delicatissimo e complesso che affatica la dottrina penalista da decenni – quello dell’agente provocatore – dimostra di sconoscere che, in casi simili, il delitto sarebbe quello, ben più grave, di calunnia, mentre il delitto di ingiuria è stato addirittura depenalizzato;

– che è inaccettabile il livello di superficialità e di incompetenza espresso agli atti della Camera dai proponenti il ddl

INVITA

– il Governo a fermarsi;

– il Governo ad avviare un percorso condiviso tra tutte le componenti del mondo giustizia, abbandonando le idee espresse da minoranze illiberali;

– il Governo a convocare – con serietà ed effettività – l’Avvocatura, l’Accademia e la Magistratura ed a condividere il percorso di riforma con competenze che vadano oltre le piattaforme, gli algoritmi e i “contratti” di potere;

DENUNCIA

– a difesa dei Cittadini, della Costituzione, e dei loro diritti inviolabili le manovre riformatrici di una coalizione di governo incapace di risolvere i problemi effettivi della giustizia;

– la straordinaria barbarie di un progetto di riforma che, alla maniera kafkiana, vuol rendere il Cittadino presunto innocente eternamente imputato, alla mercé della pretesa punitiva dello Stato come neppure nei sistemi totalitari avviene;

– che il Governo specula sul dolore delle vittime del reato, alle quali lo Stato già oggi assicura tutela e che non meritano di essere coinvolte in un velleitario e illiberale progetto di riforma dell’istituto della prescrizione;

ADERISCE

all’astensione proclamata dall’Unione delle Camere Penali Italiane e alla manifestazione nazionale convocata a Roma CONTRO IL GIUSTIZIALISMO POPULISTA, IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE E DEI DIRITTI DELLA PERSONA.

Per la Camera Penale di Trapani parteciperanno i soci Avvocati Stefano Giordano, Domenico Amoroso, Stefania Alcamo e Laura Marchingiglio.
La CP di Trapani esprime sostegno alla manifestazione a tutela del Giusto ed Equo Processo e contro i progetti di riforma governativi.

Le motivazioni della protesta, che hanno dato vita alla manifestazione nazionale sono così sintetizzate sul sito dell’U.C.P.I.:
“I penalisti italiani chiamano la comunità dei giuristi, la cultura, la politica e l’informazione a difesa dei diritti della persona riconosciuti dalla Costituzione e contro la restaurazione giustizialista del processo penale, per dire con chiarezza a tutti i cittadini che:
– Il processo penale non è il luogo popolato di colpevoli in attesa di essere condannati o altrimenti di farla franca grazie ai cavilli degli azzeccagarbugli. Il processo è il rito pubblico e solenne mediante il quale il giudice verifica la fondatezza di un’accusa formulata nei confronti di un imputato che si presume innocente.
– L’imputato ha diritto a che il Giudice pronunci la sentenza in un tempo ragionevole e definito. Solo una concezione disumana della persona ed un’idea incivile del processo penale possono generare il processo infinito, che oltraggia e pregiudica i diritti più elementari dell’imputato e delle stesse persone offese.
– È inaccettabile la pretesa di intervenire sulla eccessiva durata dei processi comprimendo i diritti di difesa e le forme di acquisizione della prova in contraddittorio tra le parti, lasciando invece intatta la signoria dei pubblici ministeri sulla durata delle indagini.
– È insanabilmente contraddittoria la pretesa di accorciare i tempi di celebrazione del processo ed allo stesso tempo di demolire la efficacia dei riti alternativi al dibattimento

DISPONE

l’invio del presente documento al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, al Presidente della Corte d’appello di Palermo, al Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Palermo, al Presidente del Tribunale di Trapani, al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, al Coordinatore del Giudice di pace di Trapani e di Alcamo, all’Unione delle Camere Penali italiane, ai Parlamentari della Provincia, agli organi di stampa, al Coa di Trapani e a tutti gli iscritti.

Trapani, 22 novembre 2018


Verbale integrale dell’Assemblea della Camera Penale di Trapani del 22 novembre 2018