Governo, stop alla prescrizione con slogan “Basta impuniti”. Camere penali protestano: no processi eterni, sciagurate iniziative di propaganda
Arriva dopo giorni di tensione, che avevano messo in discussione la tenuta stessa del Governo, l’accordo Lega-M5S sulla prescrizione, la cui riforma sarà inserita nel decreto spazza-corrotti.
In un vertice a Palazzo Chigi, i due vicepremier, il ministro della giustizia e il premier Conte hanno raggiunto una mediazione, che ribadisce lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giustizia, con la variante che, la suddetta riforma entrerà in vigore nel gennaio 2020.
Stando a quanto dichiarato dal vicepremier Di Maio ai microfoni del fatto.it, la proposta sarà inserita nel ddl anticorruzione che verrà verosimilmente approvato verso gennaio del 2019 e da quel momento parte il timer per la sua entrata in vigore. Medio tempore, verrà messa a punto la riforma del processo penale. Una soluzione alla quale ha fatto subito eco lo slogan Basta impuniti, che colpisce l’immaginario collettivo, ma suscita l’ilarità degli addetti ai lavori.
Duro il commento della giunta dell’Unione delle Camere penali italiane che, nel proclamare l’astensione dalle udienze dal 20 al 23 novembre p.v., commenta “la connotazione populista dell’attuale maggioranza di Governo sta determinando l’adozione da parte delle forze politiche che la compongono di sciagurate iniziative destinate ad incidere sui meccanismi della giustizia penale”. Sostegno pieno all’iniziativa dell’Unione, giunge da autorevolissimi esponenti dell’Accademia e da quella parte della Magistratura che ha a cuore i principi del giusto processo. Anche la Camera penale di Trapani, fa sentire la sua voce attraverso le parole del suo presidente, avv. Salvatore Alagna, che definisce questo accordo “un vero artifizio che va stigmatizzato e combattuto da tutta l’Avvocatura che deve a testa alta proseguire nel cammino intrapreso in questi giorni cruciali per i diritti dei cittadini”. E aggiunge: “chiunque intende che si tratta di propaganda: per un anno meneranno vanto di qualcosa che non c’è. Tra un anno si vedrà come dipanare la matassa”. Una soluzione dunque tipicamente italiana, che dietro una parvente sintonia, ricompone una querelle, confezionando tempestivamente annunci e proclami volti a perseguire demagogicamente “i furbetti” e ingenerando nel popolo, l’idea che le cose stanno davvero cambiando. Ma come cantava Rino Gaetano, chi vivrà vedrà!
(Nella foto, il Ministero di Giustizia in via Arenula, a Roma)