Catania abbraccia Palermo. Ma questo in Italia non fa notizia…

Siamo abituati male, siamo abituati al male. Quindi, il bene, il bello non fanno notizia. Specialmente se arriva dal sud.

E non fa notizia la Sicilia, se declinata al bene. Perciò, la nostra isola se va in prima pagina con le legioni di forestali e regionali “inutili”, con gli abusi e gli abusivi, e con gli sprechi e i politici antimafia ammanicati con ambienti strani garantisce ascolti alle varie arene televisive, con le azioni positive non fa notizia. Almeno su tv e quotidiani nazionali.

I tifosi del Catania onorano le vittime della tragedia di Casteldaccia con tre striscioni di straordinaria solidarietà, ma sui giornali nazionali non c’è una riga, non c’è una fotonotizia: nulla di nulla. C’è poco da fare. È l’ennesima vittoria dei luoghi comuni, per cui la Sicilia è la somma dei vizi, dei difetti, della perversione anche morale o politica, della illegalità, della mafia, di panorami scempiati e decadenti e della parlata strascicata e delle vocali aperte, di “minchia” e così via. E nel resto del paese i siciliani sono riconosciuti per tutto questo, troppo spesso. E in molti casi è pure vero che siamo così, ma non siamo soltanto questo. È fin troppo banale e scontato ripeterlo. Ma, quando i siciliani danno lezione di civiltà, di rispetto e solidarietà non se ne parla, non se ne deve parlare. Non sia mai che si disorientino i lettori, i telespettatori con un ritratto che non si riconosce, che non vende. In un paese dove, nella civile e moderna Torino si espongono striscioni per sfottere le vittime di Superga o quelli dell’Heysel o nella glamourous Milano si lanciano motorini dagli spalti, nella Roma Capitale si impiccano manichini con le maglie della squadra rivale o si affiggono manifesti che insultano Anna Frank, un insegnamento di vera civiltà anche nel tifo che arriva dalla Sicilia non può trovare spazio. Si capisce, no?