Alluvione e morte: ma quando scatta l’allarme chi protegge i siciliani?

La ribellione della natura e lo scempio degli uomini, da questa letale miscela nasce una delle notti più tristi della Sicilia dell’ultimo mezzo secolo. Bisogna tornare al terremoto del Belìce per trovare un bilancio più sconsolante di ciò che ha prodotto ieri la forza devastante dell’acqua. Nel giorno del lutto per le dieci vittime di Casteldaccia e di Vicari è appropriato solo il silenzio. Ma non deve apparire fuor di luogo la più semplice delle domande: quando scatta l’allarme meteo di massimo livello, concretamente chi deve fare qualcosa? Perché a osservare le immagini che hanno invaso le bacheche di facebook è un miracolo che la morte non abbia moltiplicato per 100 la sua morsa. Non solo nei paesi delle province dove l’esondazione di fiumi e dei torrenti ha creato devastazione, ma anche nelle città come Sciacca o la stessa Palermo.

Quando la protezione civile fa scattare l’allarme, al di là della chiusura delle scuole, non si attiva nessun obbligo per rendere più sicura la vita dei cittadini? Le immagini di via Porta di Castro e della Circonvallazione di Palermo non possono che alimentare tali dubbi. Chi deve fare qualcosa in caso di emergenza. Perché lo sgomento di oggi possa non generare altre lacrime e dolore.
I VIDEO

Sciacca (Agrigento)

 

Marineo (Palermo)

 

Misilmeri (Palermo)
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