Angius (Airgest): “Ecco la ricetta per il futuro di Trapani Birgi”
È scaduto lo scorso 8 ottobre il bando per l’affidamento dei servizi di promozione e comunicazione per favorire l’incremento delle presenze turistiche nel territorio su cui insiste l’aeroporto Vincenzo Florio di Trapani Birgi. Un progetto ideato da Airgest, società di gestione dell’aeroporto, e finanziato dalla Regione Siciliana per un valore complessivo di € 11.235.000 (più iva).
Articolato in 25 lotti, nazionali ed internazionali con un affidamento pari a 36 mesi, il bando era rivolto ad agenzie di comunicazione legate a compagnie aeree, che potevano partecipare a uno o più lotti.
I servizi di promozione e comunicazione interessano il territorio dei dodici comuni, facenti parte del comprensorio su cui insiste l’aeroporto: Alcamo, Buseto Palizzolo, Calatafimi Segesta, Campobello di Mazara, Castellammare del Golfo, Custonaci, Favignana, Marsala, Paceco, Ragusa, Salemi, Valderice.
I plichi contenenti l’offerta e la documentazione dovevano essere inviati alla Centrale Unica di Committenza “Trinakria Sud” – sezione Comune di Comiso. E sarà quindi la CUC Trinakria a dover comunicare l’esito. Nel giro di una decina di giorni saranno scelti i commissari che dovranno aprire le buste, analizzare le offerte, vedere se sono congrue, se la documentazione prodotta è regolare. Questa commissione dichiarerà alla fine aggiudicati i lotti sui cui sia stata presentata offerta.
«Stante alle indiscrezioni – anticipa Paolo Angius, presidente di Airgest, società di gestione dell’aeroporto Trapani Birgi – sono arrivate offerte da Alitalia e da Blue Air ma non sappiamo se per uno o se per più lotti».
Come mai un bando che mette insieme agenzie di promozione e comunicazione e vettori aerei?
«Perché il bando riguardava la promozione di flussi turistici e doveva coinvolgere le agenzie di promozione territoriale. Si sarebbero potuti includere – a titolo esemplificativo – come mezzi per raggiungere il territorio da promuovere anche gli autobus e le navi, ma il vettore aereo è ovviamente per il turismo il mezzo più efficace. Il tutto è stato fatto nel rispetto della legge regionale che ha previsto il contributo economico e delle più stringenti normative nazionali e comunitarie».
Ryanair non ha partecipato? Ve lo aspettavate?
«Andare da Ryainair a contrattare prima del bando sarebbe stato un comportamento illecito che in nessuna società – sotto la mia Presidenza – si sarebbe mai commesso. Noi – sottolinea ancora Angius – abbiamo contribuito a redigere un bando che fosse assolutamente rispettoso delle norme vigenti e delle pronunce giurisprudenziali più stringenti. Si pensi solo alle tematiche relative agli aiuti di Stato ed ai più recenti orientamenti giurisprudenziali di svariati Tribunali amministrativi. La società Airgest, allo stato, è orgogliosa di aver portato alla luce un bando che non abbia ricevuto nessun ricorso e che comunque si concluda costituirà un punto di ripartenza per la società di gestione».
Come è avvenuta la diffusione del bando?
«Il bando è stato diffuso secondo i canali istituzionali previsti per legge dalla centrale unica di committenza e dopo la pubblicazione del bando, attraverso la stampa e per posta elettronica a tutte le compagnie aeroportuali d’Europa e in tutti i siti dedicati. Abbiamo fornito anche assistenza sui quesiti posti dai potenziali concorrenti sul bando. Nel momento in cui ci dovessimo accorgere che sono state fatte offerte solo per pochi lotti, sentita la Regione e l’assessorato al Turismo valuteremo con i Comuni del territorio se rimettere a bando i lotti restanti».
Perché è stata percorsa la strada del bando?
«Era l’unica possibile e legale. Prima c’era il co-marketing diretto e la Camera di Commercio e i comuni contrattavano con la compagnia. Noi siamo un soggetto totalmente in house del pubblico e non lo possiamo fare. Ciò che abbiamo fatto è il meglio che si poteva fare restando nei termini di legge. Adesso Airgest ha le condizioni finanziare, dopo il risanamento, per avere rapporti più diretti con le compagnie, azioni che valuteremo da società economicamente sana».
Quale futuro intravede per Trapani Birgi?
«L’intuizione giusta l’ha avuta il Governatore Nello Musumeci che ha parlato di fusione tra i due aeroporti di Trapani e Palermo. Una decisione che non danneggerebbe il Vincenzo Florio ma che farebbe crescere il suo valore messo a sistema con il Falcone e Borsellino. Determinerebbe la creazione di un polo aeroportuale come è accaduto per Bari e Brindisi, Firenze e Pisa, Venezia, Treviso e Verona ed in grande tra Malpensa e Linate e Fiumicino e Ciampino. È una follia che esistano quattro società di gestione aeroportuale in Sicilia. Trapani adesso e’ una società ricapitalizzata, gli azionisti devono valutare l’interesse della cogestione».
«Trovo quasi lapalissiano – prosegue Angius – pensare che se Airgest e Gesap si fondessero si avrebbero infinite economie di scala e vantaggi competitivi negli accordi con le compagnie. Parlare di campanilismo è una follia, sono aziende entrambe a quasi totale partecipazione del pubblico e la tasca del contribuente e’ la stessa. Il presidente Musumeci vada avanti. Sostenga prima i poli Sicilia Occidentale ed Orientale e poi la creazione del polo unico regionale, un soggetto da trenta milioni di passeggeri entro 5/8 anni, se gestito con professionalità. La Sicilia non è un’isola ma un continente. Ci si può e ci si deve arrivare».