Prima commemorazione di Vincenzo Spinelli, imprenditore assassinato dalla mafia. Giovedì 30 agosto in piazza Bologni
Vincenzo Spinelli non si era soltanto rifiutato di pagare il pizzo. Due anni dopo aver subito una rapina, nel 1979, mentre sta cenando in un ristorante riconosce il malvivente, seduto ad un tavolo dello stesso locale. Chiama la polizia e il rapinatore venne arrestato seduta stante. Non è un uomo qualunque, ma Girolamo Frusteri, uno dei nipoti di Pino Savoca, uomo d’onore di Brancaccio, parente di Masino Spadaro, boss della Kalsa, e compare di Salvatore Riina. La mafia non perdona. Spinelli viene ucciso in un agguato a Pallavicino, in una traversa di via Castelforte.
Una cerimonia in ricordo di Vincenzo Spinelli, imprenditore palermitano assassinato dalla mafia il 30 agosto del 1982 perché si era rifiutato di piegarsi al ricatto del pizzo.
L’iniziativa è in programma giovedì 30 agosto, alle 20,30 in piazza Bologni a Palermo, davanti alla “Spirale della Vita”, l’installazione realizzata dall’artista veneto Gianfranco Meggiato in memoria delle vittime di Cosa nostra. A organizzare la cerimonia, l’associazione “Palermo aperta a tutti Onlus” che si occupa di turismo accessibile, insieme a Tiziana e Valeria Spinelli, figlie dell’imprenditore Vincenzo.
Interverranno, fra gli altri, oltre a Tiziana e Valeria Spinelli, il sottosegretario all’Interno Stefano Candiani, il vicesindaco di Palermo, Sergio Marino, il consigliere comunale e fondatore dell’associazione “Palermo aperta a tutti Onlus” Igor Gelarda e la curatrice dell’installazione Daniela Brignone.
“Mi permetto solo di sottolineare che è la prima volta, a distanza di 36 anni dall’omicidio, che ci sarà una cerimonia pubblica per ricordare Spinelli. Da consigliere comunale”, afferma Igor Gelarda, “dopo un incontro con le figlie, ho curato l’avvio dell’iter amministrativo per fargli intitolare una strada e fare porre una lapide sul luogo in cui lui è stato ucciso”.
Vincenzo Spinelli è una vittima di mafia dimenticata: era un imprenditore nel settore dell’abbigliamento, fu uno tra i primi a non volersi piegare al vile ricatto mafioso del “pizzo”. Aveva 44 anni quando fu ucciso il 30 agosto del 1982, in un momento storico in cui lo Stato assente, assisteva da inerme spettatore al massacro mafioso dei suoi innocenti cittadini. Spinelli è stato poi riconosciuto “vittima innocente della mafia” da quello stesso Stato che lo aveva lasciato solo a difendere le proprie idee di giustizia e legalità.
L’iniziativa si svolge davanti all’installazione di piazza Bologni su desiderio delle figlie: per il forte significato sociale che questa ha, con i nomi di tutte le vittime mafiose impressi sui sacchi di iuta che la compongono (incluso quello di Vincenzo Spinelli), e anche perché, su progetto di Dario Scarpati, l’opera è concepita per consentire l’ingresso alle persone con disabilità motoria e agli ipovedenti, coniugando così gli aspetti legati all’arte e all’accessibilità.