Mafia, confiscati beni per 400 milioni di euro all’ex deputato regionale Giuseppe Acanto

Maxi sequestro nei confronti dell’ex deputato regionale Giuseppe Acanto, di 58 anni, ritenuto legato ai vertici di Cosa nostra di Villabate, in provincia di Palermo. La Dia (Direzione investigativa antimafia), ha eseguito la confisca di beni mobili e immobili per oltre 400 milioni di euro, dopo la decisione presa alcuni giorni fa dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.

La confisca riguarda rapporti bancari, capitale capitale sociale e relativi compendi aziendali e quote societarie. Il Tribunale di Palermo ha anche ritenuto Acanto “socialmente pericoloso” e lo ha sottoposto a sorveglianza speciale per 4 anni.

Ragioniere, Giuseppe Acanto, secondo la Dia, negli anni ’90 fu socio in affari illeciti con Giovanni Sucato, colui che era definito il “mago dei soldi”, che nell’estate del 1990 truffò migliaia di persone promettendo di raddoppiare i soldi che gli venivano consegnati, per poi sparire con un ingente capitale. Tra le persone truffate, però, c’erano anche alcuni appartenenti a Cosa nostra. Giovanni Sucato fu poi trovato carbonizzato all’interno della propria auto nel 1996. Una vendetta che avrebbe coinvolto anche lo stesso Acanto, che si rese irreperibile dopo aver subito l’incendio del suo studio professionale, per poi essere perdonato, secondo gli investigatori, grazie alle mediazione di elementi di spicco della famiglia di Villabate.

Secondo la Dia, Acanto riprese così l’attività di commercialista, dedicandosi alla costituzione di società in nome e per conto degli uomini d’onore e riuscendo a trovare interlocutori privilegiati all’interno dell’amministrazione del comune di Villabate, in seguito sciolto per infiltrazioni mafiose, facendosi ance nominare direttore del locale mercato ortofrutticolo. Avvicinatosi all’attività politica, si sarebbe occupato di sviluppare ogni operazione economica d’interesse della locale famiglia mafiosa, come la costruzione del centro commerciale. Si candidò quindi alle elezioni amministrative del 2001 con la lista di centro Biancofiore, risultando il primo dei non eletti, riuscendo comunque ad accedere a un seggio all’Ars.

Tre anni fa Giuseppe Acanto aveva subito un sequestro preventivo pari a 800 milioni di euro. Pochi giorni fa i giudici gli avevano restituito la titolarità di alcune società, per un valore di circa 9 milioni di euro.

Oggi la nuova confisca preventiva, che riguarda 25 società tra cui le sue quote dentro Motorgas ed Energas, una casa di assistenza per anziani, alcuni negozi di abbigliamento, 12 immobili tra Misilmeri e Madonna di Campiglio.

Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato il sequestro tramite i propri social con l’hashtag #lamafiamifaschifo, annunciando anche il suo imminente arrivo in Sicilia. “Ottima notizia, la guerra alla mafia prosegue senza sosta. Il 14 agosto sarò in Sicilia a visitare un’azienda tolta ai mafiosi, il 15 agosto sarò a in Calabria a San Luca per coordinare il Comitato per l’Ordine pubblico e la Sicurezza. Io non mi fermo #lamafiamifaschifo“.