Palermo, gettò la figlia appena nata nel cassonetto: madre assolta anche in appello
È stata assolta anche in appello Valentina Pilato, la donna che nel novembre 2014 gettò in un cassonetto, davanti a un supermercato di via Ferdinando Di Giorgi, nel quartiere Uditore di Palermo, la figlia appena partorita e la cui gravidanza era riuscita a nascondere alla famiglia. A trovare la neonata, quando ormai non c’era più niente fare, era stato un clochard.
I giudici della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Angelo Pellino, hanno confermato la sentenza di primo grado assolvendo la donna per incapacità di intendere e di volere. In più, le verrà applicata la libertà vigilata per tre anni, con obbligo di seguite le cure psichiatriche alle quali si sottopone da tempo.
Complice la sua corporatura, la Pilato riuscì a nascondere la gravidanza a suo marito per tutti e i nove mesi. Poi, quando la data del parto si fece più vicina, decise di partire dal Friuli Venezia Giulia, doveva viveva assiema al compagno che è un militare dell’esercito, per andare a casa della madre a Palermo e qui di nascosto partorire. Così avvenne, di notte, mentre accanto a lei dormiva un altro dei suoi tre figli. Poi ripulì tutto, mise la neonata in un borsone assieme anche a un tappeto, e la gettà nel cassonetto.