Cantieri navali, la Cgil all’assessore Turano: “Bisogna tornare a costruire navi”

Incontro tra sindacati e l’assessore regionale alle Attività Produttive Mimmo Turano per parlare del rilancio dei cantieri navali di Palermo, dopo la vertenza avviata dalla Cgil per avere risposte sugli investimenti futuri e le possibilità di sviluppo. Presenti i rappresentanti sindacali di Cgil e Fiom, il presidente dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale Pasqualino Monti, il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi e l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono.

Per Enzo Campo (Cgil), il rilancio dei cantieri navali passa dal completamento del bacino da 150 mila tonnellate: un’opera sospesa sulla quale si spera possa intervenire il governo nazionale per finanziare la fine dei lavori, e per il quale, secondo i calcoli presentati da Pasqualino Monti, servirebbero circa 85 milioni di euro. Campo invoca anche l’intervento del governo regionale per la ristrutturazione del bacino da 50 tonnellate, da portare a 90 mila tonnellate, in modo da permettere la riparazione, oltre che la costruzione, di piattaforme offshore.

Impegno da parte della Regione, confermato dall’assessore Turano, che ha parlato di riqualificare il bacino da 19 mila tonnellate e l’allargamento di quello da 52 mila tonnellate per permettere ai cantieri navali palermitani la ricezione di piattaforme petrolifere. Un tavolo tecnico è stato quindi programmato per il prossimo 25 luglio.

Non sembra convinta del progetto l’assessore al lavoro del Comune di Palermo, Giovanna Marano: “Dalle parole dell’amministratore delegato di Fincantieri abbiamo ascoltato un progetto per Palermo condizionato a quanto saprà disporre la Regione Siciliana; speravamo, a fronte di ordinativi per 106 navi, che Palermo non dovesse sognare quello che Fincantieri ancora non ha: investimenti regionali per commesse di traghetti per le isole minori”. È dal 2005 che nei cantieri navali non vengono più costruite navi intere ma sono realizzate soltanto commesse minori di riparazione.  Poco per un cantiere che conta 421 lavoratori diretti e 700 dell’indotto.

“Il cantiere di Palermo – continua Giovanna Marano – sconta carenze strutturali dovute alla scarsa attenzione degli ultimi tre governi regionali, ma nonostante questo è in grado di competere e di costruire navi anche in attesa delle nuove infrastrutture. E questo è necessario per avere una capacità polifunzionale nel cuore del Mediterraneo a fronte di una crescita della movimentazione marittima del Porto palermitano”.

Per il sindaco Leoluca Orlando, “un cantiere di riparazione non è competitivo se non ci sono linee di produzione di nuove navi. Abbiamo chiesto a Fincantieri di riflettere su questo e di impegnarsi in percorsi formativi nei nostri istituti tecnici. Abbiamo dimostrato in altri momenti la capacità del cantiere palermitano, abbiamo bisogno però che Fincantieri faccia dello stabilimento di Palermo un “cantiere normale” in espansione nel cuore del Mediterraneo”.