Occupazione in Sicilia, Pagliaro Cgil, “10 mila occupati in meno e disoccupazione al 23%. Servono misure per un mercato del lavoro adeguato al bisogno di lavoro”

In Sicilia gli occupati diminuiscono di 10 mila unità, passando da 1.358 mila a 1.348 mila e la disoccupazione cresce di un punto percentuale, passando dal 22% al 23,1%. È quanto emerge dal raffronto dei dati Istat del primo trimestre 2018 con quelli dell’anno precedente.

Il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele PagliaroSecondo il segretario generale Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, “i numeri mostrano da un lato il segnale preoccupante dell’aumento della forbice col resto del Paese, dove la disoccupazione è all’11% e si è registrato un aumento dell’occupazione, benchè precaria, di 147 mila unità, dall’altro positivi segnali di ripresa dell’industria e dell’agricoltura”.

I dati Istat dicono che nei tre mesi presi in considerazione hanno registrato un collasso rispetto allo stesso trimestre del 2017 i settori del commercio, dei servizi, della ristorazione e degli alberghi con 44 mila posti di lavoro in meno. “Aumenta invece l’occupazione dell’industria in senso stretto con + 25 mila unità, imputabili alla nascita di 3 mila nuove imprese e alla cantieristica e in agricoltura con + 13 mila occupati. Soffre invece ancora il settore delle costruzioni con -5 mila occupati”.

“I segnali positivi da un lato incoraggiano – dice Pagliaro- perché riguardano i settori produttivi ma è chiaro che vanno implementati con politiche adeguate. Non possiamo comunque che rilevare che il mercato del lavoro non dà ancora sufficienti risposte al bisogno di lavoro – sottolinea il segretario della Cgil- se aumentano le persone in cerca di occupazione passando da 382 mila a 404 mila e il tasso di occupazione sconta ancora con la media nazionale un gap di 18 punti percentuali (40% contro 58%)”.

Aggiunge il segretario della Cgil che “occorre certo provvedere a sbloccare l’edilizia, mettendo in moto per come da tempo chiediamo la spesa dei Patti per la Sicilia e per le aree metropolitane e mettere in campo adeguate politiche attive del lavoro. Va inoltre fatta una lettura approfondita della crisi del terziario, con 466 esercizi commerciali che hanno chiuso battenti, per vedere come un settore che negli anni passati ha fatto da traino possa scontare questa profonda crisi”.