L’ultimo giorno di scuola: pirati, andate all’assalto della vita

Oggi si è ufficialmente chiuso l’anno scolastico 2017/18 per gli studenti delle scuole medie superiori. Se volessimo utilizzare la terminologia calcistica in realtà dovremmo parlare della fine della regular season perché una consistente parte della popolazione studentesca si giocherà il diploma nei play off, quel rito tanto temuto da rappresentare incubo ricorrente anche negli anni a venire, quei famigerati esami di maturità che consegnano il lasciapassare per la seconda parte della giovinezza.
Per alcuni la prossima tappa si chiamerà università, per altri ricerca di un lavoro. In entrambi i casi si spalancheranno le porte di quella precarietà che occuperà comodamente uno dei piatti della bilancia. Sull’altro da diverso tempo albergano i sogni che dovranno lottare strenuamente quanto meno per equiparare il peso opposto. Chi si vedeva calciatore avrà corretto il tiro verso ingegneria informatica, chi progettava un futuro da medico e quasi sviene ad ogni puntata di Grey’s Anatomy andrà in cerca dell’idea giusta per una start up innovativa, chi è stato completamente assorbito dal virus della scuola vi tornerà magari accomodandosi dietro alla cattedra.
Resteranno comunque indimenticabili questi 1350 giorni scanditi da campanella, appelli e registri di classe, interrogazioni e permessi per uscire in anticipo, professori belli o brutti. E poi i primi innamoramenti e tutte le prime volte che se quelle mura potessero parlare… E le assemblee stracariche di ormoni della rivoluzione di cui si avrà nostalgia sino al momento del check in dal padreterno, perché come diceva il quasi compagno Aldo Moro “diffidare sempre di chi a 18 anni non è rivoluzionario”.
Oggi è suonata la campanella per l’ultima volta, amico figlio. Te ne ricorderai quando da padre tornerai a respirare l’aria indimenticabile creata da quella ciurma di oltre 1.000 adolescenti che compongono l’equipaggio di questa strambissima nave in cui il banco rappresenta per 5 lunghi anni la tua dotazione da pirata. Fuori si chiamerebbe puzza, ma se superi i cancelli di una scuola impari presto a conoscere l’odore intenso della gioventù. Si rimarrà giovani anche il giorno dopo, ma credeteci, non sarà più la stessa cosa.


Nella foto, “quelli della Quinta O”, studenti del liceo scientifico “Stanislao Cannizzaro” di Palermo