Di Gangi: “La sanatoria per le case occupate primo passo per un nuovo Zen 2”
“Finalmente dopo 34 anni si risolverà un problema che per troppo tempo è stato ignorato”. Mariangela Di Gangi, presidente del Laboratorio Zen Insieme, non ha dubbi: la sanatoria per le occupazioni abusive delle case andava fatta. “Ma è chiaro che, accanto a questo provvedimenti, bisogna creare le condizioni perché non ci siano altre occupazioni”.
Le agevolazioni, che riguardano coloro i quali si sono insediati abusivamente negli alloggi al 31 dicembre 2017, è di fatto una sorta “di condono tombale” e proprio per questo Di Gangi auspica un’attenzione istituzionale rivolta al futuro.
“Questo che viviamo oggi – aggiunge – è il momento più alto di un percorso che dura da un paio d’anni, fatto di lavoro capillare sul territorio e di progetti di riqualificazione che stanno cominciando a dare i loro frutti. Finalmente ci sono state le condizioni per risolvere veramente il problema, ciascun soggetto ha fatto la sua parte, dalla Regione allo Iacp. E non è un caso che ogni diffidenza sia caduta, anche all’interno dello stesso quartiere”.
Cosa intende?
“In questi anni si è detto tutto e il contrario di tutto, nessuno più credeva che si potesse arrivare alle assegnazioni. Persino mettere il contatore dell’acqua avrebbe potuto rappresentare un problema, la gente aveva paura. Si diceva: e se lo mettono ma poi non ci fanno il contratto? Perché cadesse ogni remora era necessaria che ci fosse la condivisione del problema e per ottenere ciò c’è stato bisogno di un grande lavoro di mediazione”.
Nel giorno della soluzione si assiste ad un altro tipo di rivendicazione: sia il sindaco Leoluca Orlando che il deputato Antonello Cracolici si attribuiscono la paternità dell’iniziativa in sede di Assemblea Regionale.
“Non voglio fare polemiche in questo momento. È la legge della ricerca del consenso, ma anche il segnale che ci si trova davanti ad un fatto storico”.
Un’altra curiosità: proprio quando si annuncia di fatto la fine dell’abusivismo allo Zen 2 e l’inizio di un percorso di legalità all’interno dello stesso quartiere esplode il caso del sequestro di droga in un magazzino.
“Ho notato anch’io la coincidenza. Negli anni, qui allo Zen molto è stato fatto in termini di lotta allo spaccio e al racket, ma mai è stata intrapresa una vera azione di ricostruzione sociale. L’aspetto della repressione è indispensabile tanto quanto quello culturale. Perdonatemi il paradosso, delinquere deve essere una scelta non una necessità”.