Regione – Inps, un giallo dietro il buco degli stipendi ai Pip

Un debito che supera i 141 milioni di euro e che la Regione (nello specifico, l’assessorato alla Famiglia) avrebbe riconosciuto all’Inps, in un vertice tra l’amministrazione regionale e l’istituto previdenziale tenuto a fine gennaio. Mentre la sessione di bilancio all’Assemblea regionale entra nel vivo, ecco che nel giorno in cui è fissata l’audizione dei sindacati di Asu ed ex Pip in Commissione Lavoro appare sempre più evidente che la vertenza di un bacino che comprende oltre 9mila lavoratori è più che mai in salita.

Intanto perché nella Finanziaria incardinata all’Ars “non esiste al momento una norma che riguardi questo bacino” ammette il presidente della Commissione Lavoro, Luca Sammartino, che proprio per questo motivo ha accolto la richiesta di audizione dei sindacati, che incontrerà appunto oggi.

Ma c’è di più. Ed è proprio quel debito che supera i 141 milioni di euro. Un debito che l’Inps rivendica da tempo e che ha radici lontane, risalenti ai primi anni Duemila, secondo quanto filtra dall’Assessorato al Bilancio. Oltre 141 milioni accumulati in anni di anticipazioni di cassa da parte dell’Inps alla Regione, considerato che il sussidio erogato proviene da fondi regionali e che la parte spettante all’Inps riguarda le sole spese di commissione, che ammontano a 4 euro a busta paga. Che moltiplicato per i 9mila precari, fa circa 36mila euro al mese, cioè oltre 400mila euro l’anno che la Regione deve all’Istituto di previdenza sociale per il servizio di erogazione dei sussidi.

Come si sia potuti arrivare a un debito di oltre 141milioni, non sembra essere chiaro a nessuno. A quanto pare, nemmeno a chi quel debito lo ha riconosciuto. Mancherebbe, infatti, tra i documenti in possesso della Regione, la rendicontazione per circa 40 milioni di debito. Eppure pare che la Regione abbia riconosciuto all’Inps di dovere quelle somme. Che rischiano di tradursi in debiti fuori bilancio. Intanto adesso dall’amministrazione regionale si comincia a studiare un piano di rientro nei confronti del soggetto creditore, cioè l’Inps.

Una doccia fredda per i lavoratori del bacino Asu ed ex Pip, che da parte loro rivendicano l’avvio di un percorso di stabilizzazione. Questo pomeriggio in Commissione si capirà se esistano o meno i margini per andare oltre il campo delle ipotesi e dare risposte ai lavoratori.