Cannabis terapeutica, la proposta dei comitati: “Sia prodotta dalla Regione Siciliana”

Cannabis terapeutica per curare i malati oncologici e i malati terminali. La storica battaglia dei Radicali torna sotto i riflettori della cronaca siciliana a seguito di una nuova lettera, questa volta inviata al governatore Musumeci. Dell’utilizzo di cannabis terapeutica negli ospedali siciliani si era già parlato nel 2014, quando l’allora deputato regionale Fabrizio Ferrandelli, insieme al Cinquestelle Giancarlo Cancelleri avevano sollecitato l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, e l’ex governatore Rosario Crocetta.

“Dalle dimissioni di Ferrandelli – racconta al Gazzettino di Sicilia Gaetano D’Amico (+ Europa con Emma Bonino) – non c’è più stato seguito a quella proposta, che allevierebbe le sofferenze di tanti pazienti”. Così adesso ecco una nuova missiva, per sensibilizzare il governo regionale su una terapia già in uso in diverse regioni d’Italia, dalla Liguria, fino alla Campania. Già nel 2014 la giunta di governo aveva approvato una delibera favorevole alla somministrazione di cannabinoidi, dando mandato a Borsellino di “assicurare l’omogeneità di erogazione dei suddetti preparati; assicurare il monitoraggio del loro consumo; favorire la diffusione delle evidenze scientifiche, attraverso i medici e i farmacisti; valutare la possibilità di convenzioni con Centri di ricerca autorizzati, anche per la produzione di detti farmaci, nell’ottica di un notevole risparmio per le casse della Regione”.

“Alla delibera – si legge nella lettera inviata a Musumeci e Micciché – fecero seguito le dichiarazioni roboanti del presidente della Regione, Rosario Crocetta, il quale dichiarò essere la Sicilia, finalmente, all’avanguardia per le cure mediche alternative, superando tabù e preconcetti di natura ideologica, che avevano impedito l’utilizzazione di una pianta demonizzata per tanti anni”.

“Era un traguardo insufficiente – prosegue la lettera, sottoscritta da Rossana Tessitore, Fabrizio Ferrandelli, Zelda Raciti, Giuseppe Brancatelli e Gaetano D’Amico – ma, almeno, un piccolo passo verso il diritto alla Libertà di cura. Ad oggi, nulla è stato fatto per dare attuazione ai punti fondamentali della delibera e nulla è stato fatto, da parte di chi avrebbe avuto il dovere politico di intervenire all’interno dell’Istituzione deputata, malgrado il disagio di tanti malati, molti dei quali sono ancora costretti a ricorrere alla morfina per la terapia del dolore, subendo effetti collaterali pesantissimi”.

Così ecco una nuova sollecitazione, attraverso la quale i promotori immaginano anche che la Regione Siciliana possa diventare produttrice di cannabis destinata all’uso terapeutico. “Sarebbe un modo – conclude D’Amico – per abbattere i costi e creare nuove occasioni di lavoro in una Sicilia che sotto il profilo occupazionale boccheggia“.