Giornata mondiale della poesia, buon compleanno Rosa Balistreri
“Cu ti lu dissi ca t’haju a lassari, megghiu la morti e no chistu duluri. Ahj ahj ahj ahj, moru moru moru moru, ciatu di lu me cori, l’amuri miu si tu”. Nella giornata mondiale della poesia sui social è un fiorire di frasi e citazioni. Una giornata, quella del 21 marzo, dedicata alla poesia proprio come forma che più di altre nella letteratura è sinonimo di rinascita.
Così nel primo giorno di primavera, mentre in tanti sfilano a Foggia per ricordare le vittime della mafia (oggi cade anche la Giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), ecco che tanti ricordano Alda Merini o Luigi Tenco, nel giorno dell’anniversario della loro nascita. Che coincide anche con la giornata mondiale della poesia.
E con la nascita di ben altra poetessa, cantautrice e cantastorie siciliana. Nata a Licata, profondamente legata a Palermo dove ha a lungo vissuto, Rosa Balistreri è diventata il simbolo di una Sicilia che dalla sofferenza sa tirare fuori l’arte, nella sua forma più alta. “Megghiu la morti – cantava la poetessa – e no chistu duluri”.
Domestica, donna delle pulizie, bracciante al mercato del pesce, le mille vite di Rosa l’hanno resa quella straordinaria artista capace come nessuno di raccontare il dolore. Ma di raccontare soprattutto la lotta contro la rassegnazione, l’incapacità di piegarsi, di cedere. Rosa non ha mai ceduto, nonostante la lontananza dalla famiglia negli anni fiorentini, l’omicidio della sorella, la separazione dal marito, il carcere. Ha impedito a se stessa di indurirsi, semplicemente cantando. “Ciatu di l’arma mia – riusciva a cantare Rosa, nonostante tutto – l’amuri miu si tu”. Buon compleanno, Rosa.