Sgarbi replica ai Cinquestelle: “Che siano maledetti”

La prima mozione di censura della nuova legislatura è indirizzata proprio a lui, Vittorio Sgarbi, critico d’arte, candidato in Forza Italia ed eletto deputato alle scorse politiche del 4 marzo. E assessore regionale dei beni culturali in Sicilia. A chiederne il ritiro della delega, i deputati regionali del Movimento Cinque Stelle, indignati dal “turpiloquio degno della peggiore taverna” dell’assessore in campagna elettorale, ma anche dalla scarsa produttività di Sgarbi in assessorato. “Se Musumeci, non lo rimuovesse – chiosavano ieri i Cinquestelle – nella migliore delle ipotesi ci troveremmo un assessore a mezzo servizio, impegnato parte a in Sicilia e in parte a Montecitorio”.

Ma Sgarbi rispedisce le accuse ai mittenti e rilancia: “Mi fa piacere – dice in una nota – che i membri grillini dell’Assemblea Siciliana insorgano contro di me per difendere Di Maio, rimproverandomi pateticamente il turpiloquio e le offese, che sono lo strumento peculiare con cui il patriarca latitante Grillo ha affermato il loro movimento, con insulti a chiunque, dallo “psiconano” (senza rispetto per i disabili) a Umberto Veronesi chiamato “cancronesi”.

“Che siano maledetti, e la finiscano di chiedere a Musumeci la testa dell’unico avversario che hanno, e che ne ha già denunciato la collusione con la mafia nel sostegno all’eolico come fonte rinnovabile, e nella totale indifferenza per la distruzione del paesaggio siciliano, mai da loro tutelato, condividendo il più grande affare di Matteo Messina Denaro. Finalmente il movimento 5 stelle ha rivelato il suo vero volto, e io sono felice di averli disturbati. Inutili e infelici”