Marianna Caronia: “Tutte le colpe di Micciché”

Il 28 a zero subito dal Movimento 5 Stelle in Sicilia alle elezioni, lo scollamento di Forza Italia dal territorio e l’agenda politica non condivisa. Marianna Caronia presenta il conto a Gianfranco Micciché e senza girarci attorno chiede un nuovo commissario per gli azzurri in Sicilia. “Dopo le elezioni del 4 marzo non c’è stata nessuna strategia condivisa – dice Caronia – Io e altri lo abbiamo stigmatizzato, prima verbalmente e poi per iscritto”.

Caronia, insieme agli altri della fronda interna agli azzurri, Rosanna Cannata, Riccardo Gallo e Tommaso Calderone, in questi giorni ha messo in discussione sia l’operato del gruppo parlamentare all’Ars che quello del commissario del partito: “C’è stata un’assenza totale di confronto e sono state fatte delle scelte che in tanti non hanno condiviso”, dice la deputata regionale, che torna sul risultato elettorale: “Lo scollamento dal territorio era evidente fin dall’inizio, visti i nomi che sono stati scelti in tutta la Regione. Il risultato è stato drammatico, una batosta per il centrodestra che entrerà nella storia“.

Una debacle figlia di candidature sbagliate, non rappresentative dei territori secondo Caronia. Sul banco degli imputati è finito, appunto, Micciché. Adesso i frondisti vogliono la sua testa e dei vertici del partito in Sicilia: “Quando una squadra non è vincente bisogna cambiarla – afferma Caronia – Il partito rischia di sprofondare completamente. Già alle politiche il risultato è stato devastante, ma io immagino che alle prossime amministrative, se non cambia qualcosa, non potrà essercene uno diverso”. Secondo Caronia, insomma, serve gente nuova al comando: “Un cambio di rotta va fatto subito, con l’azzeramento dei vertici, che peraltro sono tutti commissari – sottolinea la deputata regionale – Non c’è nessun segretario effettivo, a partire da Micciché, per continuare con Scoma e i commissari cittadini delle varie province. Oggi il partito alla luce della batosta deve assolutamente riorganizzarsi”.

Per il momento, però, no al congresso. Con le amministrative alle porte, non c’è tempo. L’idea è quella di un nuovo commissario: “Per agire rapidamente occorre che intervengano i vertici nazionali del partito – auspica Caronia – Così come due anni fa è stato sollevato Gibiino può essere sollevato Miccihé. Il presidente Berlusconi legge i giornali e i suoi collaboratori gli avranno certamente fatto conoscere la realtà siciliana. Dal punto di vista numerico, i risultati il Cavaliere li avrà valutati ampiamente. Non è andata bene. La compagine siciliana di nove parlamentari in Sicilia è veramente esigua, a fronte della cinquantina della precedente legislatura. Le candidature sono state fatte con logiche incomprensibili e fallimentari”.

L’ultima stoccata a Micciché Caronia la riserva sul ‘doppio ruolo’ di Presidente dell’Ars e commissario del partito: “Una stortura –  dice lapidaria – I due ruoli non sono sovrapponibili. Il secondo è un ruolo istituzionale per antonomasia. Già soltanto per questo dovrebbe fare un passo indietro e lasciare l’incarico di commissario”.