Asu ed ex Pip, sbloccati gli stipendi di febbraio, ma è nebbia sul futuro

“Accogliamo positivamente la notizia dello sblocco della mensilità di febbraio, ma non vorremmo ritrovarci il prossimo mese con lo stesso problema. Per questo ci aspettiamo che la Regione Siciliana definisca immediatamente il piano di rientro del debito maturato nei confronti dell’Inps, senza il quale l’Istituto di previdenza ci ha comunicato la sua intenzione di interrompere definitivamente il servizio di pagamento dei sussidi”. Lo dicono Vito Sardo e Mario Mingrino, del sindacato Csa – Dipartimento Asu, che hanno incontrato il direttore regionale dell’Inps Sergio Saltalamacchia.

Una vicenda, quella dei lavoratori Asu e del bacino cosiddetto ex Pip, che tiene banco ormai da mesi, con ritardi accumulati per mesi e un debito con l’Inps di cui la Regione non conosce ancora l’entità. Il tema è noto: per “aggirare” l’assunzione di questi precari da parte dell’amministrazione regionale, durante la scorsa legislatura venne stipulata una convenzione con l’Inps che prevedeva di erogare i sussidi attraverso l’istituto di previdenza sociale.

Le somme, insomma, vengono liquidate dalla Regione all’Inps, che a sua volta trasferisce gli assegni ai lavoratori. Naturalmente con una parcella per l’istituto di previdenza, pari a 4 euro a busta paga, circa 400mila euro l’anno. Ma a quanto pare, il corto circuito riguarderebbe proprio le somme che negli anni la Regione non avrebbe versato all’Inps. Così, con l’avvio della nuova legislatura, i nodi sono venuti al pettine e l’Inps ha bloccato i pagamenti. Almeno fino a quando l’assessore alle Politiche Sociali, Mariella Ippolito, non è andata a incatenarsi simbolicamente davanti la sede centrale dell’Inps a Roma.

Da lì è stato il caos. Mentre la Regione cercava l’interlocuzione con l’istituto previdenziale, il quotidiano Libero attaccava l’esercito dei precari, che definiva “fannulloni”. Naturalmente non sono mancate le rivendicazioni sindacali sull’importanza del lavoro svolto da questo bacino di precari. Adesso la buona notizia sullo sblocco dei pagamenti dei sussidi. Ma è solo una piccola battaglia vinta: se la Regione non definirà un piano di rientro del debito con l’Inps, l’istituto potrebbe tornare a interrompere il pagamento dei sussidi. E se i sindacati chiedono un incontro coi vertici della Regione, l’assessore Ippolito dal canto suo invita a sedare le polemiche.

“Ci auguriamo – aggiungono dal sindacato – che l’assessore regionale al lavoro Mariella Ippolito e la dirigente generale, Garoffolo, non rimettano in discussione l’intesa raggiunta a gennaio scorso con l’Inps, ma anzi diano seguito a quanto deciso in quell’occasione. Anche perché l’ipotesi di svolgere il servizio in house è nell’immediato impraticabile”.

È inaccettabile – concludono Sardo e Mingrino – che i lavoratori si trovino vittima di questa diatriba. Chiediamo, pertanto, un incontro urgente sia all’assessore che al presidente della Regione”.