Annullati oltre 180.000 voti: la Sicilia e il partito fantasma delle schede nulle
Un numero talmente alto di preferenze che avrebbe potuto cambiare il destino di alcuni candidati. Bignardelli: “Necessario capire se si tratta di volontà dell’elettore o di errori”. Il precedente di Palermo che bloccò la corsa a sindaco di Musotto.
A guardare il numero scritto su carta quasi non ci si crede: 184.043. C’è un partito fantasma in Sicilia che di fatto conta lo stesso numero di voti alla Camera (91.836) e al Senato (92.207). È il partito delle schede annullate che annovera tra i suoi elettori birbanti, distratti e contestatori, tutti uniti nel farci comprendere come, anche dal punto di vista tecnico oltre che da quello sociologico, le elezioni del 2018 lasceranno qualche strascico.
Ai Siciliani Liberi, che da tempo avevano annunciato che avrebbero votato annullando la scheda, si è aggiunta la massa di coloro i quali con il nuovo metodo hanno perso le coordinate del voto. Già nel 2001 alle elezioni comunali di Palermo ad un solo candidato, Francesco Musotto, furono annullati per vizio di forma quasi 37.000 voti, una dote che gli avrebbe garantito il ballottaggio. E in quel caso, al di là delle interpretazioni maliziose ma non del tutto fantasiose, il fenomeno si attribuì ad un fatto regolamentare successivamente corretto e relativo al voto disgiunto.
Oggi la situazione è più complessa. E se anche Pierluigi Bersani ha sbagliato a votare e la sua scheda è stata annullata, c’è da chiedersi se non fossero troppe le novità introdotte per non aspettarsi una risultato del genere. In Sicilia c’è già chi ha aperto il cassetto dei rimpianti attribuendosi la titolarità di una fetta consistente di quei 180.000 e passi voti che avrebbero cambiato, se non l’esito finale, il destino di molti singoli candidati.
“È un dato che merita un’analisi accurata da parte di sociologi e legislatori – spiega Fabrizio Bignardelli, stratega della comunicazione politica e da anni attento analista dei flussi elettorali -. Da un lato il fenomeno dovrà essere studiato a livello nazionale e in ogni zona del Paese per comprendere meglio il comportamento degli italiani di fronte al cambiamento delle regole, dall’altro bisognerà valutare l’influenza del meccanismo elettorale in un fenomeno che, almeno in Sicilia, ha determinato numeri di un certo rilievo”.
In Sicilia ha prodotto numeri da partito vero e proprio…
“Bisognerebbe comprendere se sono più errori o voto di protesta, almeno intercettare le percentuali dei due fenomeni. Certo è che il meccanismo elettorale ha facilitato l’errore”.
Molte sono state le segnalazioni per schede annullate per l’esercizio del voto disgiunto nella stessa scheda.
“Ci si era ormai abituati a poterlo fare, non faccio fatica a credere che sia stata una delle cause principali di annullamento. Resta il fatto che è fondamentale capire le ragioni del fenomeno e anche in quali seggi sono stati commessi la maggior parte degli errori. In ogni caso non è possibile accettare in silenzio che in Sicilia esista un partito che vale quasi la soglia di sbarramento e lo si ignori. Che le schede siano state annullate volutamente o a causa di errore non cambia la necessità di darsi una spiegazione”.