Per parlare alla pancia, occorre che la voce venga dalla pancia, come per il ventriloquo di Radio Days

È partito il countdown per il grande spettacolo della mezzanotte del 4 marzo. La piazza mediatica è affollata da molta gente, ma non tutti aspettano quel minuto con il medesimo stato d’animo.
Ogni primo gennaio tutti fingiamo o, comunque, accettiamo di essere felici e fiduciosi. Ci mischiamo ad una folla variopinta ed eccitata partendo dalla convinzione che per un minuto almeno saremo tutti fratelli, tutti uniti nella gioia e nella speranza. Ci mettiamo buffi copricapo, fiondiamo le stelle filanti, ci abbracciamo anche con il panellaro all’angolo o con la vicina della cognata. Tutti siamo o fingiamo di accingerci a iniziare un anno migliore di quello che ci siamo lasciati dietro. E quindi brindiamo con bicchieri di plastica non riciclabile come fossero “lieti calici”, flûte di baccarat, magari ricolmi di Cinzano frizzante dolcetto.
Ma all’appuntamento con Vespa o Mentana alla mezzanotte del 4 marzo il pezzo di umanità interessata andrà con differenti interessi e con contrastanti sensazioni. Ci sarà una parte che da tempo ha deciso di non godere di un diritto democratico.
Un’altra parte è incerta, delusa, non informata sufficientemente sul se o perché mettere una crocetta su un simbolo. Infine c’è la parte che ha deciso; che sa quale simbolo preferire, vuoi per nobili e precisi motivi, vuoi per quello “scambio di prestazioni” che, soprattutto nel Mezzogiorno, è molto diffuso.
E’ a questo segmento che voglio riferirmi. E’ una parte numerosa e accanita. Grida, insulta, esulta, suda, si appassiona, si aggrappa al sogno da biglietto di lotteria. Onestamente c’è da dire che questo fenomeno non è la causa della confusione e del degrado pericoloso del sistema politico e istituzionale che l’Italia attraversa; ma è l’effetto della venticinquennale paralisi della politica italiana (la cosiddetta Seconda Repubblica nata da Mani Pulite e dalla caduta del Muro di Berlino). E’ il movimentato esercito del “uno vale uno che è uguale a uno non vale nessuno”. E’ la costellazione di stelle che ha acquistato visibilità in modo inversamente proporzionale alle condizioni visive del cielo della politica. [Leggi tutto]