“Fannulloni? Ma quando mai. Libero non ha capito nulla”

La difesa dei precari siciliani: “Senza di loro gli uffici pubblici sarebbero paralizzati”

Sono un esercito di oltre 2500 persone, il 90 per cento dei quali lavora in diversi enti pubblici siciliani. Dal tribunale alle scuole, dagli assessorati regionali agli ospedali, fino all’istituto zooprofilattico. Gli ex Pip, un bacino di poco meno di 2600 persone, sono finiti al centro dell’ennesima polemica quando lo scorso sabato il quotidiano Libero ha dedicato ai precari siciliani un titolo in prima pagina che ha sollevato un vespaio di polemiche.

La vicenda, in quel caso, era legata alla protesta dell’assessore regionale alla Famiglia, Mariella Ippolito, che si era incatenata simbolicamente davanti la sede Inps di Roma in segno di protesta contro il mancato pagamento delle indennità ai Pip.

“Funziona così dal giugno 2014, quando – spiega il sindacalista Giovanni Tarantino – ha preso il via la convenzione tra la Regione e l’Inps. Le somme destinate ai Pip, come ad altri bacini di precari, vengono versate dall’amministrazione regionale all’istituto previdenziale, che a sua volta eroga i sussidi ai lavoratori”.

Si tratta di 832 euro netti per 30 ore di lavoro settimanale. Per i quali l’Inps percepisce una commissione di poco più di 3 euro a busta paga. Insomma, soltanto per il bacino dei Pip si arriva a un costo aggiuntivo di oltre 6mila euro di commissioni al mese.

“La scorsa settimana – racconta ancora Tarantino – mentre l’assessore Ippolito volava a Roma, una nostra delegazione incontrava il direttore regionale dell’Inps, Sergio Saltalamacchia, con cui c’è stato un confronto proficuo. È stato proprio lui a rassicurarci non soltanto sul fatto che i pagamenti sarebbero stati sbloccati a stretto giro, ma a sottolineare anche che il debito della Regione nei confronti dell’Inps riguarda le commissioni sui pagamenti degli Asu, non dei Pip”.

“Siamo ben lontani – ammette Tarantino – dalla ricostruzione di Libero e da quell’umiliante definizione di fannulloni. I Pip reggono in piedi interi uffici, svolgono un lavoro fondamentale al tribunale e nei centri unici di prenotazioni degli ospedali, sono un punto di riferimento nelle scuole, all’università, lavorano persino al Rettorato. Troppo facile, ma soprattutto ingiusto, definirli dei fannulloni. Ci sono uffici pubblici che non potrebbero portare avanti il loro lavoro, se a lavorare ogni giorno non ci fossero quei fannulloni”.