Catania-Ragusa, il pessimismo di Falcone: “Pietra tombale sul progetto”

Rallentamenti? Un eufemismo. Hanno bloccato l’approvazione dell’opera“. Lo stallo del progetto per il raddoppio della Ragusa-Catania, con l’allarme lanciato in questi giorni dal comitato ibleo per la realizzazione dell’opera, è ritornato d’attualità. L’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone individua responsabilità per lo stop e fa nomi e cognomi: “Il Comitato ha raccolto il grido d’allarme che avevamo lanciato io e il presidente Musumeci. Da un anno il progetto era sul tavolo del Ministero Infrastrutture e trasporti per ricevere il parere dello stesso ministero e del Mef, per poi essere trasmessa per l’approvazione al Cipe. E invece, proprio quando è arrivata sul tavolo interministeriale, è intervenuta la vicepresidente ragioniere generale dello Stato, Alessandra Del Verme, che ha stabilito che l’opera doveva essere trasmessa al Consiglio superiore dei lavori pubblici e poi di nuovo al Mef per l’approvazione, cosa che ritengo non corretta, perché parliamo soltanto in parte di fondi pubblici, mentre per un altra fetta si tratta di fondi privati. Soltanto dopo potrà essere trasmessa al Cipe”.

I rallentamenti, però, secondo Falcone, potrebbero non limitarsi a questi passaggi. Le preoccupazione del componente della giunta Musumeci è che ve ne possa essere uno ulteriore: “Se il Consiglio superiore dei lavori pubblici lo ritenesse opportuno – dice l’assessore alle Infrastrutture – potrebbe trasmetterla alla Commissione nazionale per la Valutazione di impatto ambientale. In questo modo passerebbero almeno altri sei mesi, se non un anno”. E qui Falcone utilizza una metafora che rende l’idea: “Hanno fatto un gioco dell’oca: quando tutto sembrava realizzabile in tempi certi si è ritornati indietro. Questo significa da una parte, disattenzione nei confronti dei problemi della Sicilia. Dall’altra, emerge che c’è uno stato confusionale: giovedì scorso il ministro Delrio a Napoli diceva che ci sarebbe stato l’ok per la Catania Ragusa e invece, contemporaneamente, la dottoressa Del Verme mette una pietra tombale sul progetto“.