Il salatissimo conto Brexit pagato dagli italiani

Pochi giorni fa, tutti i giornali anglosassoni hanno riportato almeno una parte delle notizie riguardanti il rapporto “segreto” del governo britannico sui costi reali della Brexit. Rapporto “segreto”, perché, come denunciato da vari media in lingua inglese, sarebbe stato imbarazzante da pubblicare da parte del governo-May. Dimostrerebbe, infatti, che la Brexit costerebbe alla Gran Bretagna dal 2% all’8% del PIL.

Si tratta di cifre gigantesche, e che non comprendono costi, anch’essi ingenti, dovuti all’adeguamento infrastrutturale, fisicamente e non, legati alla follia che è la Brexit. Il rapporto, distribuito ai membri del governo e arrivato per lo meno in parte alla stampa nonostante la segretezza, analizza infatti vari scenari. Che vanno dalla “soft Brexit”, cioè con un minimo di accordo tra UE e Gran Bretagna, alla “hard Brexit”, cioè senza alcun accordo.  Il conto sarebbe un -2% nel caso di soft Brexit e -8% nel caso di hard Brexit.
Purtroppo, al momento, il futuro più probabile è proprio quello della “hard Brexit”, se non peggio. Nello studio che è arrivato in qualche modo alla stampa estera, non sembra siano calcolati anche altri, importanti, costi: quelli legati ai diritti civili e a tanto altro. Sarebbe dunque uno studio solo dal punto di vista esclusivamente “economico” e, a dire la verità, solo una parte degli aspetti economici.
Si tratta di un rapporto che è stato al centro dell’attenzione della stampa estera. Ma che, “stranamente”, non è stato che marginale nella stampa italiana, nonostante sia implicitamente uno dei temi principali della campagna elettorale in corso. Innanzitutto perché uno dei “programmi” in voga in certi partiti e movimenti è quello dell’atteggiamento dell’Italia riguardo all’UE.
Ma non solo. Esistono infatti in Italia non poche formazioni politiche che vorrebbero “togliere” le sanzioni alla Russia. In realtà è la Russia che ha imposto sanzioni a determinati prodotti italiani, sia pure come misura di rappresaglia alle sanzioni UE, molto più limitate. Le vorrebbero togliere in quanto danneggerebbero l’economia italiana. Per carità, ragionamento forse giusto da un punto di vista esclusivamente economico. Ma si dovrebbe ragionare in questi termini su tutto, non con una palese faziosità nei riguardi di determinati Paesi esteri. Anche da un punto di vista “sovranista”, ammesso e non concesso, si dovrebbe ragionare realmente per il tornaconto dell’Italia e non solo per tornaconto della Russia [Leggi tutto]