“Si ferma così la fuga dei giovani”
La ricetta di Rizzuto Ferruzza, ideatore de I Colori del Sole: “Si deve incentivare il consumo dei prodotti del territorio. Se cresce la domanda creiamo lavoro per i giovani. Il nostro impoverimento é materiale e affettivo. L’anno scorso sono andati via 36 mila giovani, tanti quanti gli abitanti di Augusta…”
“Vogliamo impedire la fuga dei giovani dalla Sicilia? Iniziamo dal promuovere il consumo critico e consapevole dei prodotti del sud“. La replica alle parole che il Rettore dell’università di Palermo Fabrizio Micari ha pronunciato nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico arriva dall’imprenditore Giovanni Rizzuto Ferruzza, ideatore dei Colori del Sole, che indica una possibile strada per arginare un esodo che ogni anno diventa sempre più drammatico.
“Viviamo in un periodo nel quale i giovani scappano dalla Sicilia già per gli studi e i genitori sono pure contenti di mandare i propri figli all’estero, facendo vivere a questa terra un impoverimento non solo culturale ma anche materiale ed affettivo”, dice Rizzuto. “Fabrizio Micari si lamenta dei 36 mila giovani che hanno lasciato la Sicilia lo scorso anno, ma non ha idea di come incidere nel territorio per arginare questa fuga. Mi ha ricordato le campagne contro il disboscamento che faceva il WWF negli anni ’80, che faceva capire quanti alberi erano stati abbattuti con un paragone forte: ‘Quest’anno ci siamo giocati l’Austria‘. Noi ci siamo giocati una cittadina come Augusta, e non c’è nulla da ridere”.
“Dovremmo iniziare dal promuovere il consumo di prodotti del territorio”, spiega Giovanni Rizzuto Ferruzza. In questo modo, facendo crescere la domanda, creiamo lavoro per i nostri giovani. E non solo, perché l’economia tutta ne trarrebbe beneficio. Penso, ad esempio, al mercato delle case, fermo in Sicilia. Ma se i nostri giovani si trasferiscono al nord, come possiamo farlo ripartire? Facciamo crescere il mercato delle case di Milano, e non il nostro”.
“Bisogna scegliere siciliano – conclude Rizzuto – per dare una spinta alla nostra economia. Non è affatto facile perché abbiamo la tendenza a lamentarci piuttosto che a provare a cambiare le cose. E per cambiarle non servono grossi investimenti o campagne di marketing: basta il consumo consapevole delle singole persone”.