Micari in chiesa, il parroco: “Non è stato fatto nessun comizio”
“Certo che sapevo che Micari è candidato, fondamentalmente questo passaggio doveva essere fatto fuori dalla chiesa”. Don Ugo Di Marzo, il parroco della chiesa Maria Santissima delle Grazie finito sotto i riflettori per aver fatto parlare il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Fabrizio Micari alla fine della funzione, dopo avere affidato la propria versione dei fatti e le scuse a una lettera pubblicata anche su facebook, non ha molta voglia di parlare, anche a causa dell’eccessivo clamore che secondo lui ha suscitato la vicenda: “Stiamo perdendo tempo su una cosa stupida – dice – perché non è stato fatto nessun comizio. Ho fatto le mie scuse, ho pubblicato una lettera, mi sta bene così. Adesso basta, cosa devo fare ancora?”.
Per il parroco si tratta di una questione amplificata dalla grancassa dei social, che hanno concentrato l’attenzione su questa vicenda senza considerare il lavoro svolto dalla parrocchia sul territorio: “Il web l’ha fatta diventare una tragedia – dice don Di Marzo -, non perché io non abbia sbagliato, ho fatto un errore e lo ammetto, ma bisogna venire a vedere qual è il lavoro svolto qui da diciannove mesi a questa parte”. Poi l’invito: “Venite a vedere il quartiere, quali sono le condizioni e come è cambiato, e allora sarò disponibile a rispondere a tutte le domande. Per questo sono disponibile tutti i giorni dell’anno”, sono le sue parole prima di ripetere, in modo cordiale ma deciso, di non voler parlare oltre al telefono, ricordando la Messa imminente da celebrare.
Come detto, don Di Marzo aveva pubblicato una lettera in cui raccontava l’accaduto e si scusava con i parrocchiani. Il sindaco Orlando si era recato insieme al rettore autosospeso (il parroco non era a conoscenza di quest’ultima circostanza) per aggiornarlo sugli sviluppi della questione relativa a un’area che, attraverso l’Università, dovrebbe essere ceduta da Eni alla parrocchia. Di questo, a fine celebrazione e fuori dalla chiesa, avrebbero dovuto parlare con don Di Marzo: “il sindaco con il rettore dell’Unipa erano già in chiesa a metà della celebrazione – scrive il parroco – ed erano stati abbondantemente ‘notati’. Ciò mi ha spinto, forse in maniera inopportuna col senno di poi, a salutare a fine celebrazione il sindaco, chiedendogli di aggiornare personalmente lui la comunità del prosieguo dei lavori per la cessione degli spazi necessari alla collettività. Ho anche salutato il magnifico Rettore, senza sapere però che lo stesso ad oggi si è autosospeso. Lo stesso, sapendosi chiamato in causa sulla questione ha raggiunto il sindaco e l’ex presidente di Circoscrizione (Antonio Tomaselli, ndr) davanti l’altare”.
A questo punto don Di Marzo spiega come non ci sia stato alcun comizio: “Il sindaco ha riferito sulla permuta in corso e null’altro è stato permesso – scrive – Io come parroco ho anzi fatto notare pubblicamente al sindaco la necessità più costante della presenza delle istituzioni nel territorio, considerato che stamane finalmente dopo due mesi è stato spazzato il corso dei Mille nel tratto dove sorge la Parrocchia. Ed al rettore ho fatto notare la necessità di protestare presso il sindaco sul fatto che siamo l’unica città in Europa che ha i mezzi di trasporto più importanti, che portano i cittadini dalla stazione centrale al centro commerciale, mentre restano scollegate realtà importanti come l’Università, oggi difficilmente raggiungibile dalla periferia di Palermo. E solo su questo – scrive don Di Marzo – ha detto due parole il Rettore dell’Università.
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