Cade il mito del Cavallo di Troia: per un archeologo italiano era una nave

Uno dei miti più famosi al mondo, il Cavallo di Troia, sarebbe nato da un errore di traduzione. Lo rivela Francesco Tiboni, archeologo e ricercatore presso l’Università di Marsiglia, che da circa un anno sostiene che la strategia adottata dai greci per entrare dentro le mura di Troia sarebbe stata, in realtà, una nave chiamata Hippos, con la carena a forma di testa di cavallo, e non un equino in legno.

Questa secolare svista risalirebbe intorno al VII secolo a.C. e sarebbe stata tramandata da Virgilio. Se – spiega Tiboni, come riporta TgCom24 – “esaminiamo i testi omerici, reintroducendo il significato originale di nave, non solo non si modifica in alcun modo il significato della vicenda, ma l’inganno tende ad acquisire una dimensione meno surreale“. “È di certo – prosegue l’archeologo – più verosimile che un’imbarcazione di grandi dimensioni possa celare al proprio interno dei soldati, e che loro possano uscire calandosi rapidamente da portelli chiaramente visibili sullo scafo e per nulla sospetti agli occhi di chi osserva”.