Ma che caspita volete dire con quelle faccine…
Faccina allegra vuol dire che va tutto bene. Faccina triste vuol dire che non va. Ma tutte quelle altre, cosa vorranno dire? Non bastavano Whatsapp e Messenger a complicare le comunicazioni fra persone. No. Adesso oltre ai messaggi, si devono decifrare anche le faccine, quell’infinito numero di emoticon che comprendi subito solo se hai meno di 14 anni.
Gli hai appena detto che sei pazza d’amore e in risposta ricevi quella pallina gialla sorridente. Peccato che ce ne siano almeno altre quasi identiche, e che cambi solo l’ampiezza della riga dello smile. Neanche il sorriso della Gioconda era così enigmatico. Delle due l’una allora: o chiedi una spiegazione più chiara correndo il rischio di passare per una rompiballe, o abbozzi, invii una faccina uguale e intanto ti scervelli per capire cosa volesse dire.
Sei riuscita finalmente a terminare quel lavoro quasi impossibile e con entusiasmo lo comunichi al tuo capo che te lo aveva assegnato. Aspetti con ansia un suo riscontro e ricevi una mano. Cinque dita aperte. Che possono essere un segno di “ciao” come un “alt”. Quale dei due sarà il significato? Mistero, lo scoprirai soltanto nel momento in cui verrai cazziata o elogiata come mai prima di quel momento. E non parliamo delle chat delle classi, quei luoghi virtuali in cui i genitori in teoria dovrebbero discutere solo della vita scolastica dei figli, mentre poi discettano quasi esclusivamente di altro. Uno scrive chiedendo chiarimenti sui libri di testo e un’altra risponde con il simbolo del lecca lecca. È un invito subliminale al sesso orale, ha sbagliato emoticon o non sa leggere e manda risposte a casaccio? Chissà.
Nel dubbio, non resta che ricorrere ai riferimenti chiari e diretti, a quella mano col dito medio che subito chiarirà il vostro pensiero. Meglio un “S..a” in più che uno in meno.