Piepoli, giochiamoci i soldi…

Nicola Piepoli, scommessa accettata. I soldi però sul tavolo. Perché altrimenti diventa troppo facile fare sondaggi, tentare di condizionare l’elettore che ha una vocazione spontanea a seguirti se sei competitivo, con numeri che fanno ridere, per usare un eufemismo. Dunque passiamo alle scommesse, se Piepoli è davvero convinto che Fabrizio Micari si fermerà all’8% apra il portafogli ed esca i soldi. Noi siamo già 235 siciliani e siamo disposti a puntare 10.000 euro contro due dei responsi emersi nel suo sondaggio, cioè che Musumeci non arriverà al 42% e che Micari non resterà ultimo tra i big. Poi magari vince Musumeci e Micari arriva quarto, ma non con queste percentuali.

Su Micari ho già fatto una puntata ben più impegnativa, ma sono disposto a scendere sul più basso dei livelli, quello del denaro, perché è al limite del consentito procedere secondo queste regole. Secondo il sondaggista vincerà Musumeci, Cancelleri e Fava si contenderanno il secondo posto a quota 25%, Micari chiuderà la fila con un misero 8% che non gli hanno attribuito neanche i sondaggi finti commissionati dalle segreterie politiche avversarie e che girano su siti farlocchi.

Per entrambe le scommesse dovrò attendere il 6 novembre, sul piano del puro godimento Piepoli arriva nettamente secondo, ma se Micari dovesse minimo minimo doppiare (se non triplicare) quell’8%, a nostro avviso è più che sacrosanto che paghi pegno.  Non vogliamo dire che Piepoli mente sapendo di mentire, ma che certamente il lavoro di raccolta e rielaborazione dei dati – misterioso sia nel metodo che nel numero – è inattendibile. Già sarebbe abbastanza fuorviante riferirsi al livello di riconoscibilità del candidato – dato per il quale non sorprenderebbe che Micari finisse alle spalle dei suoi tre competitors – figurarsi poi se ci si misura con l’intenzione di voto. Le coalizioni non hanno ancora definito la composizione delle liste né il loro numero, fattore che inciderà in maniera sostanziale nel risultato finale. Senza considerare che Vittorio Sgarbi e i Siciliani Liberi sembrano in condizione di catturare una parte del consenso che non andrà ai partiti tradizionali. E i Cinquestelle, che corrono in solitario, ovvieranno ad un meccanismo elettorale che premia le aggregazioni e le cosiddette liste civetta? Sapranno andare in doppia cifra o pagheranno pegno come a Palermo? Domande e considerazioni che Piepoli salta a piè pari, soltanto numeri, nessun ragionamento. Tanto da meritarsi il nostro guanto di sfida. Se avrà ragione lui gli chiederemo umilmente scusa e saluteremo  i nostri euro. Personalmente affranto, ma per l’esito dell’altra scommessa, quella che si potrebbe definire esistenziale e della quale Piepoli non saprà mai il risultato.