Micari colpito e affondato

La sensazione è che Fabrizio Micari continuerà a fare il rettore. Silurata dal fuoco amico e dalle resistenze, alcune abbastanza prevedibili, che si sono manifestate già durante le prime operazioni di assemblaggio di una coalizione che non può consentirsi di perdere pezzi, l’ipotesi della candidatura del rettore dell’Università di Palermo perde quota. Per alcuni, anzi, è già in picchiata.

Dopo il via libera di Angelino Alfano, sembrava che l’idea di Leoluca Orlando potesse essere quella giusta per fare l’opportuna sintesi tra le tante frange di una coalizione non proprio omogenea.

E invece prima arrivano i distinguo del Pd di Catania (“ipotesi troppo palermocentrica”), poi spunta il nome di Nino Caleca che fa capire come proprio in casa dem la soluzione Micari crea più di una perplessità.

Se il Pd sta tentando di aggregare anche Lagalla – cosa non del tutto surreale considerati i buoni e antichi rapporti con il sottosegretario Davide Faraone – difficile che l’ex rettore accetti di farsi superare dal suo successore, lo stesso che nei primi mesi del suo mandato ha smontato con certosina precisione tutto il sistema di governance messo in piedi negli anni precedenti.

E Sicilia Futura, cosa ne pensa? Una cosa è accodarsi a Palermo al carro vincente di Orlando, un’altra accettare supini l’esuberanza del sindaco anche in un frangente in cui i rapporti di forza sono rovesciati. Cardinale i voti li ha, Orlando lo dovrà dimostrare.

Ma il cuore del problema, in fondo, potrebbe essere un altro. Può accettare il Pd, nelle sue varie articolazioni territoriali, di consegnarsi armi e bagagli ad Orlando? Perché la storia insegna che comanda di più l’uomo che incorona più dello stesso incoronato. E la corona in testa a Micari l’ha messa Orlando. La contromossa di Faraone e compagni si chiama Nino Caleca, uomo di equilibrio, con buoni uffici tra i moderati della coalizione e in casa Pd, grazie alla mediazione di Elio Sanfilippo, un ex “compagno” vicino all’avvocato (comune esperienza accanto a Lino Leanza) ma di casa nelle stanze di Faraone. Non è detto che sia la soluzione finale, ma basta a far capire a Micari – e soprattutto ad Orlando- che non è affatto scontato che il Pd accetti la proposta senza condizioni.