Commemorazione della strage di via D’Amelio: la famiglia Borsellino in Cattedrale per la Messa organizzata dalla Questura di Palermo
La notizia migliore che si potesse ricevere a pochi giorni dalla commemorazione della strage di via D’Amelio. Un disguido di date stava per provocare un mezzo incidente diplomatico che soltanto i buoni rapporti familiari tra i due rami della famiglia Borsellino ha di fatto depotenziato sul nascere. Ieri una dichiarazione di Manfredi Borsellino è rimbalzata sui social network con la potenza divulgativa che ormai tutti riconoscono. In sintesi riportava: “Mi metterò in servizio nei giorni 17, 18 e 19 luglio, le mie sorelle ricorderanno mio padre insieme a Pantelleria”. Poche e significative parole che potevano essere interpretate come un’avversione verso le commemorazioni ufficiali. L’unico problema è che quella dichiarazione di Manfredi Borsellino era datata luglio 2015. Erano i giorni immediatamente successivi allo scandalo Tutino, quell’intercettazione di una presunta telefonata tra il medico di Villa Sofia e il governatore Crocetta di cui ancora non è stata stabilita la veridicità ma che allora rese incandescente la vigilia della commemorazione della strage di via D’Amelio. Il settimanale L’Espresso riportò il testo in cui si minacciava esplicitamente Lucia Borsellino, allora assessore della Giunta Crocetta.
In quel contesto che la famiglia Borsellino, nel rispetto di una linea di condotta sempre ispirata alla assoluta sobrietà, si tenesse in disparte era cosa più che naturale.
Ieri l’equivoco sulla data della dichiarazione ha spiazzato tutti i componenti della famiglia, una situazione prontamente smorzata sia dal figlio del giudice che da Salvatore Borsellino.
Fiammetta e Manfredi Borsellino – fanno sapere i figli del magistrato – parteciperanno alla Messa che, come sempre, organizza la Questura di Palermo per commemorare le vittime della strage di via D’Amelio e che quest’anno si celebrerà in Cattedrale, mentre Lucia, che da tempo lavora a Roma, non potrà essere presente per motivi professionali. Per il resto i figli ritengono opportuno sottolineare che il rapporto con gli zii Rita e Salvatore è stato sempre di grande rispetto. Rispetto del dolore di ciascun familiare e della maniera di onorare la memoria del magistrato. Rispetto delle attività del Centro Studi Borsellino o delle Agende Rosse, da cui i figli di Paolo Borsellino si sono sempre tenuti un passo indietro, per la loro storia personale e professionale. E anche per gli insegnamenti di sobrietà che hanno ricevuto dai loro genitori, tanto da non partecipare anche alle commemorazioni in via D’Amelio a cui di rado sono stati presenti.. La storia del saluto di Manfredi Borsellino al corteo ispirato da associazioni di destra è strumentale. Sarebbe accaduto un paio di volte in quanto il corteo parte praticamente da sotto casa del funzionario di Polizia, al quale è sembrato più che corretto incontrarli.