La Vardera sindaco delle Iene? A Mediaset non sanno nulla

Continua il mistero alimentato da silenzi e omissioni. Dall’ufficio stampa di Mediaset nessuna conferma sul coinvolgimento della popolare trasmissione di denuncia di Italia1. Giampiero Cannella (Fratelli d’Italia): “Stiamo approfondendo se si configura il reato penale di turbativa elettorale”
La storia di Ismaele La Vardera è tutt’altro che conclusa. Anche perché alcuni indizi portano a pensare che la verità non sia ancora del tutto emersa. E che La Vardera non può raccontarla sino in fondo, ma nell’unico modo possibile. Le notizie viaggiano in fretta, specie via social network ed è abbastanza sospetto il silenzio di Mediaset, il cui ufficio stampa, questa mattina, non era a conoscenza del fatto. Anzi, nessuno negli uffici di Mediaset sapeva nulla. Di La Vardera parlavano al passato (“è stato un nostro collaboratore”). Niente altro.
Potrebbe voler dire poco, ma come è possibile che un evento così eclatante – la prima volta di un documentario sulle elezioni girato in presa diretta con il candidato addirittura protagonista principale – non è a conoscenza del front office di un’azienda di tale importanza? Sembra anche questo un capitolo poco reale. La struttura conferma che i servizi delle Iene vengono girati anche in questo periodo, l’unico che potrebbe mettere la parola fine su questo argomento è Davide Parenti, responsabile del programma. Ma non è reperibile persino allo stesso ufficio stampa di Mediaset.
Fatto sta che le reazioni non si sono fatte attendere, da sud a nord. Giorgia Meloni ha negato l’autorizzazione ad usare le sue immagini nel docu-reality che il finto candidato sindaco ha girato in questi mesi di campagna elettorale. E sta predisponendo un esposto in Procura.
Chi va dritto al sodo è Giampiero Cannella, giornalista, responsabile provinciale di Fratelli d’Italia, uno dei partiti che ufficialmente hanno accompagnato la candidatura di Ismaele La Vardera.
“Se i fatti saranno confermati siamo di fronte ad un’iniziativa spregevole – sottolinea Cannella – . Una presa in giro per gli elettori palermitani, per i volontari che hanno lavorato in questa campagna, per i candidati e i partiti che hanno appoggiato la candidatura. Ciò che stiamo analizzando con l’aiuto dei nostri avvocati è se si configura un reato di rilievo penale, perché si potrebbe pensare alla turbativa elettorale (art. 100 del D.P.R. n. 361/57 che prevede la reclusione da 2 a 5 anni, nella parte dedicata a chi altera in qualunque modo il risultato della votazione, ndr). Questo, nella situazione attuale, è ciò che bisogna approfondire, anche per porre un freno a queste bravate. Non dimentichiamoci che le elezioni rappresentano il più alto momento della vita democratica di una comunità”. Nessuna dichiarazione di Leoluca Orlando: da Roma, dove si trova per motivi istituzionali, attende che la vicenda sia chiara sino in fondo.
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