La ztl, Gaber e il pesce d’aprile: chiamata urgente per Giusto Catania

Noi stiamo attenti ai simboli e crediamo poco alle coincidenze. E quindi siamo convinti che il compagno assessore Catania avrà le budella a matapollo pensando che la sua Ztl viene revocata proprio oggi come un banalissimo pesce d’aprile.

Noi che oltre a stare attenti ai simboli siamo gaberiani nell’anima e alla fonte del maestro ci abbeveriamo, vogliamo ricordare ai palermitani- e non al compagno assessore che lo sa bene – che trattasi di tregua elettorale e non di scherzetto d’aprile. “Chissà perché non piove mai quando ci sono le elezioni” – cantava giulivo Gaber – sottolineando come il potere durante il periodo elettorale non andava disturbato neanche dal padreterno. Figuriamoci se la Ztl, il più impopolare provvedimento orlandiano, poteva mai sopravvivere a questa eccitante vigilia del voto in cui si sprecano provvedimenti di facciata e prebende a destra e a manca.
Al netto della facile morale resta di fondo il fastidio per l’esibizione dell’ipocrisia che rasenta la presa per i fondelli: sino alla settimana scorsa non si poteva inquinare e in questo weekend è invece consentito? Oppure il tasso delle polveri sottili, nel fine settimana, rientra nella norma e quindi il provvedimento è superfluo e inutile oggi come ieri. Oppure che chi comanda fa come c…o gli pare.
Un principio questo che ci riporta a Gaber: il potere pretende che durante le elezioni non piova mai. Pensiero che ne ispira un altro ancora più radicale: negli ultimi 6 mesi di mandato i Comuni andrebbero commissariati per evitare il susseguirsi di provvedimenti tratteggiati dall’opportunità politica e odiosi sospetti. Come quello, ad esempio, che sorge spontaneo sul Food Street Festival, la cui prima edizione è del tardo autunno scorso e la seconda (forte dei quasi 200.000 partecipanti di dicembre) sarà tra poco meno di un mese. Siamo al panem et circenses, compagno assessore. Lei, già martoriato dallo sberleffo della Ztl, lei che ha fatto studi classici e a ragione può citargli Giovenale lo ricordi al suo capo condomino di Piazza Pretoria che certe cose non si fanno. E che se si fanno a volte si pagano. A giudicare dall’aria che tira questa potrebbe essere una di quelle volte.